Ciao Franco. Io sono uno dei tanti che non ti dimenticherà. Quanti anni sono? Quando si veniva in pochi amici e appassionati al Palazzo dei Diamanti per le tue prime mostre, con due tavolini, qualche salatino del Continental e un paio di bottiglie di frizzantino… Ma anche per vedere, e spesso scoprire, artisti di primo piano, nuove forme di comunicazione come la video-arte, cose che allora sembravano “troppo avanti” e che oggi sono il nostro quotidiano.
Si era in pochi: i politici di allora neanche ti consideravano. Quando ai Diamanti venne Andy Warhol il sindaco di allora non volle partecipare perché a suo dire non era “sessualmente ortodosso”! Ma poi gli amici e gli appassionati da poche decine divennero qualche centinaio, e qualche migliaio furono gli italiani e gli stranieri che col Palazzo dei Diamanti impararono a conoscere Ferrara.
Perché Ferrara “Città d’Arte” l’hai inventata tu, Franco. E se poi la politica, una volta che ci si rese conto degli effetti di indotto nazionale e di visibilità locale, ti ha sfilato la sedia da sotto per mettersi al tuo posto, chi ti ha conosciuto in quegli anni sa bene come è andata.
Nel panorama spesso caotico e confusionario dell’arte moderna e contemporanea, tu ti muovevi con la sicurezza del mattatore: con i tuoi occhi vispi e mobilissimi sapevi individuare in un attimo il talento e il bluff: a volte entusiasta, a volte tranchant, sempre innamorato del bello e del valore delle persone.
Spero che la Ferrara delle Istituzioni non ti dimentichi.
Andrea Veronese