Semplici modi in cui le piccole imprese possono migliorare l’efficienza e la produttività
In un contesto competitivo, riuscire a fare di più con meno è spesso ciò che distingue un'attività ben gestita da una in difficoltà
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Il cosiddetto curriculum europeo per lungo tempo ha rappresentato un punto di riferimento quasi indispensabile per chiunque si mettesse alla ricerca di un lavoro. Lo scenario attuale, però, rivela che il modello Europass ormai è superato, e sarebbe meglio non farvi più ricorso. Ma di che cosa si tratta nello specifico? Riconosciuto in tutta Europa, questo formato di CV offre l’opportunità di elencare tutte le esperienze di studio e tutte le esperienze di lavoro che il titolare del curriculum ha affrontato nel corso della propria vita. Con il passare degli anni il CV Europass è andato incontro a un gran numero di modifiche, ma ciò non ha determinato una sua semplificazione o evoluzione, al punto che attualmente è quasi osteggiato dalla maggior parte dei selezionatori.
Uno dei motivi per i quali questo formato di cv non dovrebbe essere impiegato è strettamente correlato alla sua lunghezza: si tratta di un modello pre-impostato che si dimostra troppo lungo da leggere per chi si ritrova alle prese con un numero molto elevato di candidature. Per di più, esso risulta complicato da compilare. Insomma, meglio puntare su una soluzione più efficace, e quindi in grado di garantire un impatto migliore, capace di conquistare chi è chiamato a cogliere le abilità dei candidati senza perdere troppo tempo.
Se è vero che gli esperti suggeriscono di inviare curriculum personalizzati e studiati su misura, anche in base alle posizioni per cui ci si candida, è ovvio che quello europeo non può essere adeguato, dal momento che corrisponde a un modello standard. Una volta la standardizzazione poteva apparire come una caratteristica positiva, ma adesso non lo è, e i candidati sono chiamati a differenziarsi e a distinguersi nelle modalità con le quali provano a farsi conoscere. Meglio essere creativi, dunque, sempre a condizione di non esagerare.
A questo punto viene spontaneo chiedersi quali siano le caratteristiche che non devono mancare in un curriculum che si possa considerare efficace. In primo luogo, devono essere rispettate le regole di scrittura: un numero eccessivo di tecnicismi è da evitare, poiché ogni dettaglio deve essere orientato verso la massima comprensibilità. Ovviamente vanno scongiurati gli errori di grammatica, e in più è richiesta una certa pulizia anche dal punto di vista grafico. Meglio non stilare elenchi infiniti di competenze, ma concentrarsi su quelle che risultano davvero utili per l’aziende per cui ci si propone.
Il formato anticronologico è forse il più diffuso per la stesura dei curriculum: si chiama in questo modo perché le esperienze di lavoro che sono elencate iniziano dalla più recente per arrivare alla più vecchia. In questo modo i selezionatori possono conoscere le ultime mansioni svolte, senza dover sorbirsi una lista infinita di esperienze. In generale, poi, è bene accertarsi che tutte le informazioni necessarie siano collocate al posto giusto: oltre ai contatti personali, per ogni esperienza devono essere specificati il datore di lavoro, il ruolo ricoperto, la durata, i risultati che sono stati ottenuti e le responsabilità. Alla fine nel curriculum deve essere presente la liberatoria per la cessione dei dati personali in relazione al Decreto Legislativo n. 196 del 2003 che riguarda la legge sulla privacy.
Il fulcro di ogni curriculum è rappresentato dalle competenze: si tratta di indicare le proprie abilità pratiche e le conoscenze tecniche di cui si è in possesso. Anche segnalare le attività che si svolgono nel tempo libero è un ottimo modo per catturare l’interesse dei selezionatori: passioni e altre informazioni sono utili per avere un quadro più chiaro delle caratteristiche personali del soggetto. Infine, non bisogna dimenticare di segnalare i propri profili sui social network, sempre che siano compatibili con la mansione per la quale ci si candida.
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