Attualità
27 Maggio 2018
Alla presentazione del libro su Giorgio Bassani, il critico d’arte attacca le scelte dell’amministrazione, “dal grattacielo all’ampliamento del Diamanti”

‘L’Italia da salvare’, Sgarbi: “Partiamo da Ferrara”

di Redazione | 2 min

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“Sembra una burla, quando me l’hanno detto non ci potevo credere. Eppure, quando una cosa sembra così idiota da non poter succedere, a Ferrara succede”. Le parole di Vittorio Sgarbi, seppure in ritardo, arrivano taglienti presso la sala di Palazzo San Crispino alla fine della presentazione de ‘L’Italia da salvare’ (“bisognerebbe partire da Ferrara”), la raccolta di scritti bassaniani che ritraggono la figura del celebre scrittore ferrarese come militante politico e civile.

Una figura “che avrebbe storto il naso all’udire di certe decisioni come l’ampliamento di Palazzo Diamanti – prosegue sarcastico Sgarbi con tanto di cartina in mano – per la quali bisognerebbe procedere all’arresto del sindaco di Ferrara e di tutti coloro che hanno lasciato che il progetto andasse avanti. Una trovata ridicola e inaccettabile – rincara – per il semplice fatto che non è necessaria: la presenza di Palazzo Prosperi Sacrati ne dà la risposta”.

Lo stesso Bassani “fu tra coloro che nel ’90 contestarono la semplice scialbatura del Palazzo, per non parlare del Grattacielo, da lui definito in un’intervista ‘una cosa abominevole, che non saprei dire se più brutto o più stupido’”. A citarlo è Andrea Malacarne, presidente di Italia Nostra, che tra i suoi fondatori vide proprio Bassani, ai vertici per quasi trent’anni, e che nell’associazione trovò applicazione pratica del suo costante intreccio fra politica, arte e cultura: la tutela dei beni che ci circondano. “E’ come se le tematiche esistenziali, storiche e poetiche avessero necessità di risposta nella vita proprio attraverso l’impegno civile – analizza Malacarne – obiettivo che Italia Nostra si pone stimolando lo Stato a fare il proprio dovere”.

E se la figura di intellettuale ‘militante’, nato negli anni della Resistenza, guardando l’opera riflette sulla politica, Sgarbi fa lo stesso: “Gli anni che ci separano ci hanno messo davanti un’Italia diversa, e una diversa percezione delle cose. Ma da un certo punto di vista, questo libro è ottimista, perché ci racconta che molte delle battaglie fatte, sono state vinte”. “Sarebbe bello sapere cosa direbbe Giorgio delle cose che stanno capitando a Ferrara – aggiunge Malacarne -. E averlo a fianco anche in queste battaglie”.

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