Attualità
16 Maggio 2018
Del problema che interessa gli amministratori di condominio la Confai ha discusso con l'assessore

“Carta Smeraldo” anche per spazi comuni?

di Redazione | 3 min

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Con riferimento al problema del conferimento dei rifiuti urbani con Carta Smeraldo anche per gli spazi comuni, si è tenuto presso il Comune di Ferrara un incontro programmato con l’assessore Ambiente, Lavoro, Attività Produttive, il dirigente del servizio e la  Confai–Confederazione Amministratori Immobiliari.

Richiamando  l’ex art. 1117 del Codice Civile è stato fatto notare che le ‘scale’ di un condominio sono pertinenze delle singole abitazioni, per le quali è già calcolato, nel sistema tariffario adottato dal Comune di riferimento, la ripartizione per la gestione raccolta rifiuti e che, inoltre, trattandosi di rapporto diretto tra ‘utenti’ e ’erogatore del servizio’, alcun coinvolgimento professionale può essere richiesto all’amministratore per gestire ‘separatamente’ il rifiuto prodotto dalla ‘pulizia delle scale’. Anche per evitare che lo stessa debba rispondere – e dare giustificazione ai condòmini –  di eventuali abusi  che dovessero essere fatti con la gestione della cosiddetta “carta smeraldo”, se ritirata dallo stesso amministratore e data in uso all’impresa di pulizie per consentire l’apertura dei contenitori stradali per lo smaltimento.

L’assessore ha motivato come sistema prescelto, quello proposto, per poter quantificare e gestire la tipologia di rifiuti afferente le scale – precisando che alcun onere aggiuntivo alla tariffa già attribuita ai singoli proprietari/inquilini viene caricata con la consegna della “carta smeraldo”, se non una piccola somma annuale per ogni apertura della ‘calotta’;  da ripartire – a cura ovviamente dell’amministratore – tra tutti i condòmini.  E rendendosi disponibile a un ulteriore incontro, anche con la presenza della società che gestisce il servizio, Hera srl, per valutare più opportunamente la problematica e non trascurare eventuali soluzioni alternative, che non coinvolgano la figura dell’amministratore, e che siano già state eventualmente sperimentate, o in corso di sperimentazione, in altre realtà territoriali. Data l’obbligatorietà dell’applicazione della “tariffa puntuale”.

Nel  “consigliare”  di dare in ‘comodato d’uso gratuito’ un contenitore a ciascun condominio, apribile con apposita chiave in gestione all’impresa o addetto alle pulizie – su indicazione dell’amministratore, a sua volta individuabile attraverso i codici fiscali di ciascun condominio – da riservare esclusivamente per la raccolta del rifiuto prodotto dalle ‘scale’,  l’assessore ha replicato che in tal modo si sarebbe costretti a effettuare un servizio ‘porta a porta’ che,  invece, applicando la “tariffa puntuale” e con la gestione delle ‘calotte’, è stato accantonato.

“Tuttavia – spiega Luigi Ciannilli, presidente nazionale Confai – da una più attenta lettura del Decreto 20 Aprile 2017, che fissa appunto il sistema di “misurazione puntuale” della quantità di rifiuti conferiti al servizio pubblico, finalizzato ad attuare un effettivo ‘modello di tariffa’ commisurato al servizio reso, si conferma la nostra perplessità di coinvolgere gli ‘amministratori’, avendo il legislatore omesso totalmente (stante la formulazione dell’ex art. 1117 Cc)  qualsiasi specifico richiamo alle parti comuni della  “realtà condominiale'”.

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