Fiscaglia
15 Maggio 2018
Consulenti a confronto sul decesso della donna finita con l'auto nel Po di Volano. Per il tecnico della procura un guardrail avrebbe impedito al veicolo di cadere in acqua

Il rebus della borsetta nella morte di Ornella Botti

di Redazione | 2 min

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Fiscaglia. Nonostante il disaccordo tra i consulenti tecnici di procura e difesa, l’unico punto che sembra potersi dire certo è che non c’è certezza sui motivi che hanno portato Ornella Botti a cadere con la sua auto nel Po di Volano nell’aprile 2012. Incertezza alimentata anche dalla sua borsetta, trovata inspiegabilmente adagiata in strada, apparentemente intonsa.

Per quella morte sono sotto accusa – per omicidio colposo – l’ex sindaco di Migliaro Marco Roverati e gli ex assessori ai Lavori pubblici Daniele Frignani (2010-2013), Massimo Uba (2004-2009) e Roberto Uba (2009-2010), difesi dagli avvocati Massimo Bissi e Carlotta Bentivoglio.

Nell’udienza di lunedì 14 maggio sono stati sentiti il consulente della procura (ingegner Rendine) e uno della difesa (ingegner Gambino). Il primo non ha escluso che quello della Botti possa essere stato un gesto volontario, anche è una ipotesi che tende a scartare, mentre è forse più probabile quella del malore: il motivo è che la donna non provò a slacciarsi la cintura una volta finita in acqua con l’auto, nonostante sia un comportamento “tipico”. In ogni caso, per Rendine, una barriera di contenimento ianche minimo avrebbe evitato che, data la velocità dell’auto (sotto i 40 km/h), il veicolo finisse nel Po di Volano in quel tratto di via Travaglio.

Quella della volontarietà è invece un’ipotesi che sembra trovare un parere più favorevole da parte del consulente della difesa. Tra i motivi il fatto che la borsetta della donna sia stata trovata in strada, senza abrasioni – e, dunque, probabilmente poggiata – e che è possibile che dopo sia ripartita da ferma, andando fuori strada, oppure provenisse addirittura dalla corsia opposta e abbia fatto una manovra di svolta che l’ha portata a cadere nell’acqua. Per il consulente è più improbabile che la borsetta fosse stata dimenticata sul tetto del veicolo e poi sia caduta a seguito di una manovra, cosa che invece per Rendine potrebbe essere accaduta.

La prossima udienza sarà il 24 maggio, quando davanti al giudice Vartan Giacomelli parleranno gli imputati.

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