Attualità
21 Aprile 2018
Cadono le perplessità di opposizioni e residenti sulle attività di Ibo: al centro delle critiche solo le comunicazioni dell'amministrazione

Migranti all’ex Banzi: tanto rumore per nulla

di Ruggero Veronese | 4 min

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Si presentava come l’inizio di una battaglia campale, dell’ennesima resa dei conti tra Tagliani e partiti di opposizione sul tema dell’accoglienza ai migranti. Alla fine quello in Sala Estense si è rivelato un incontro dai toni ben più moderati del previsto, in cui le critiche si sono focalizzate più sulle modalità di comunicazione dell’amministrazione che sulla sua effettiva decisione. Parliamo della ex scuola Banzi di via Comacchio, assegnata con bando trentennale alla ong ferrarese Ibo che si occupa di cooperazione internazionale e situazioni di disagio locale.

La premessa è nota: tra i residenti si è sparsa voce che la struttura sarà destinata a centro di accoglienza per migranti. L’incontro serviva quindi a chiarire le reali intenzioni di Ibo, che in via Comacchio addestrerà volontari per le missioni estere e accoglierà fino a sei ospiti, anche stranieri, già inseriti nel mondo del lavoro. Ma è bastato l’utilizzo di questo termine – ‘accoglierà’ – per generare le polemiche: prova ne è la quantità di persone inizialmente convinte che Ibo dovesse inaugurare un nuovo centro di accoglienza per richiedenti asilo.

A chiarire lo scopo dell’associazione è stato il direttore della ong, Dino Montanari, che ha illustrato lo spirito e le attività dell’ong e soprattutto definito con esattezza per cosa verrà utilizzato l’immobile comunale: in particolare formazione di operatori per missioni internazionali, volontariato per ragazzi problematici e corsi formativi e di italiano per stranieri ospiti dei centri di accoglienza già esistenti. “Vogliamo che la struttura sia sempre aperta ai cittadini – afferma Montanari -, che potranno partecipare alle nostre attività e conoscere anche le persone che ospitiamo e frequentano i nostri corsi”.

Altro capitolo della vicenda riguarda le contestazioni al bando comunale: come mai l’immobile non è stato venduto? Perché è stato assegnato proprio a una ong? Perché la concessione è gratuita? A chiarire i dubbi sulle questioni amministrative è stato il sindaco Tagliani, che ha ripercorso le vicende della scuola negli ultimi anni: messa all’asta in due occasioni, entrambe andate deserte, il Comune ha provato a proporla con affidamento gratuito a 15 anni in cambio della riqualificazione dell’immobile (tecnicamente una concessione per valorizzazione) e una volta fallito il bando lo ha riproposto con durata trentennale. “Non c’erano particolari barriere o requisiti di ingresso – afferma Tagliani -, chiunque poteva partecipare con un progetto. Ha partecipato solo Ibo”. La ong sosterrà tutte le spese di ristrutturazione, preventivate in 216mila euro, risparmiando il canone di affitto (11mila euro annui) che attualmente paga per un immobile in via Montebello: grazie a quel risparmio sarà nelle condizioni di pagare il mutuo necessario all’operazione.

In prima e seconda fila anche Bazzocchi (M5S), Fornasini (FI) e Lodi (LN)

Concetti che hanno via via fatto cadere le obiezioni in sala, tranne che per alcune persone che si dichiaravano diffidenti circa le rassicurazioni sui richiedenti asilo (“non voglio che il mio quartiere diventi come la Gad, ve li tenete voi li immigrati”) o sulle attività serali (“abito proprio di fronte: chi mi assicura che alla sera sarò ancora in grado di guardare un dvd sul divano?”). Posizioni talmente arroccate da non venire riprese neppure dai politici di opposizione in sala, tra cui il segretario della Lega Nord Nicola Lodi e il consigliere di Forza Italia Matteo Fornasini, che lodano le attività di Ibo (“Riconosco che è una delle associazioni più serie”, afferma Lodi) ma contestano l’amministrazione per non aver avvertito il vicinato dell’affidamento dell’immobile e soprattutto per aver organizzato il primo incontro chiarificatore proprio all’ex Banzi, in una sala dalla capienza – come riconosciuto anche da Tagliani – assolutamente inferiore al necessario. Un concetto ripetuto ai nostri taccuini anche dal consigliere pentastellato Alessandro Bazzocchi, che parla di “comunicazione compromessa” tra l’amministrazione e la città ma aggiungendo anche che “se Ibo fa formazione di operatori che poi vanno all’estero, non vedo dove sia il problema”.

Alla fine a spezzare una lancia per Ibo e Comune è una signora dal pubblico: “dite che non ci hanno chiesto prima di fare il bando, ma perché avrebbero dovuto se l’immobile è del Comune? Non bisogna essere prevenuti: è un’ottima possibilità di far rivivere la struttura”. Ma la diffidenza non scompare del tutto e diverse persone in sala spingono per dar seguito alla proposta di Fornasini, che chiede di ripetere un nuovo incontro in un luogo più vicino alla ex scuola e di nominare un comitato di cittadini per monitorare le attività all’ex Banzi, intravedendo o ipotizzando possibili sviluppi negativi. Tagliani accetta. Montanati accetta. Con la diffidenza, ormai, bisogna saperci convivere.

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