Eventi e cultura
15 Aprile 2018
Biennale Donna. Inaugurata l’antologica dell’artista italiana, fino al 3 giugno presso il Padiglione d’Arte Contemporanea

Ketty La Rocca e l’avanguardia contemporanea tra immagini-denuncia

di Redazione | 3 min

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di Cecilia Gallotta

Un arco temporale che fa da ponte tra la contemporaneità di oggi e quella di allora, attraverso immagini-denuncia, parole allusive e gesti inconsueti. E’ un impatto decisamente forte quello che si ha entrando nel Padiglione d’Arte Contemporanea, che fino al 3 giugno ospiterà l’antologica ‘Ketty La Rocca 80. Gesture, Speech and Word’, realizzata all’interno della XVII Biennale Donna – organizzata da Udi e dalle Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea – e dedicata ad una delle artiste italiane più di spicco dell’epoca neo-avanguardista.

La mostra si snoda su due livelli “che allo stesso tempo si dividono e s’intrecciano, quello della parola e del gesto, del linguaggio verbale e non verbale” come spiega Francesca Gallo, curatrice assieme a Raffaella Perna della mostra, resa possibile anche grazie all’archivio del figlio Michelangelo Vasta, che ha messo a disposizione del pubblico circa cinquanta opere, tra cui tante inedite.

Lo spazio al piano terra, dedicato alla parola-immagine, passa da opere che rivisitano i primi rotocalchi e manifesti pubblicitari degli anni Sessanta, decennio in cui l’artista esordisce con la poesia visiva, ad un richiamo alla pop-art romana mediante l’utilizzo della segnaletica stradale per creare un messaggio allusivo alla dimensione duale ‘dell’io e dell’altro’, e alla direzione che ciascun ‘io’ interiore può prendere.

Ma è anche un’immagine-denuncia quella che l’artista propone, affiancando l’icona della donna a provocatori slogan pubblicitari di un epoca in cui “da una parte diventa consumatrice autonoma e dall’altra rimane oggetto”, non risparmiando riferimenti al momento storico, tra richiami alla guerra in Vietnam piuttosto che alla situazione dell’Indocina e allusioni alla diversità di razza.

Tutti elementi “che dialogano incredibilmente con il mondo di oggi”, osserva la direttrice delle gallerie d’Arte Contemporanea Maria Luisa Pacelli, e che portano l’artista quasi verso una “sfiducia nei confronti dell’immagine”: per lo meno quell’immagine mediatica “capace di manipolare ed essere manipolata, di creare clichè e generare stereotipi”.

E’ così che si passa alla gestualità del piano superiore, riproposta attraverso videotape, immagini in serie di volti e della loro molteplicità di espressione, e delle ‘Craniologie’, una serie di pannelli luminosi in cui vengono sovrapposte radiografie del cranio a fotografie stampate su lastre trasparenti di gesti “incapsulati” – una mano aperta, un dito, un pugno chiuso – con la ripetizione ossessiva della parola ‘you’ che divora l’immagine, contrapposta alla conturbante scultura proposta al piano terra, raffigurante invece la lettera ‘j’ e il significato della parola ‘je’ (‘io’).

Una “pagina importante della storia e dell’arte italiana”, come la definisce il vicesindaco Maisto, che nonostante il cantiere “conferma uno degli appuntamenti più importanti dell’arte contemporanea sul nostro territorio”.

La mostra è visitabile da martedì a domenica (dalle 9.30 alle 13 e dalle 15 alle 18) e sarà aperta anche nelle giornate di festività e di ponte.

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