Attualità
7 Aprile 2018
La presidente Rossella Miccio è intervenuta nell’aula magna di Cona. Presentate le opportunità per gli studenti specializzandi di medicina

Emergency: “In Uganda un nuovo ospedale costa quanto un giorno di guerra”

di Redazione | 3 min

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Eguaglianza, qualità e responsabilità sociale. Sono questi i tre valori propugnati da Emergency fin dalla sua nascita e in tutti i difficili contesti in cui opera da ormai oltre vent’anni. Gli stessi valori sono stati declinati in esempi concreti dalla presidente Rossella Miccio, ospite venerdì pomeriggio dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria ferrarese, presso l’aula magna dell’Ospedale, per presentare le attività svolte in molti dei contesti di guerra sparsi nel mondo.

Dal 1994, Emergency ha operato in ben sedici paesi, teatri delle guerre più sanguinose degli ultimi due decenni. Attualmente la piccola Ong, il costo di tutte le sue attività non supera i 50 milioni di euro, è presente in sei paesi, oltre all’Italia: Sierra Leone, Afghanistan, Sud Sudan, Uganda e Iraq. “Abbiamo curato finora oltre 9 milioni di persone – spiega Rossella Miccio – e, ogni giorno, abbiamo promosso la cultura della pace. La drammaticità di una guerra permanente ha come effetto quello di cancellare qualsiasi tipo di organizzazione sanitaria statale. Non ci sono più ospedali funzionanti, tranne poche piccole strutture in cui, per avere un minimo di cure, bisogna pagare. In questo modo la maggioranza della popolazione rimane totalmente esclusa da ogni tipo di cura e purtroppo muore di malattie facilmente trattabili”.

L’attività di Emergency invece è volta a garantire l’accesso a standard di cura dignitosi per tutte le popolazioni di questi paesi e per fare ciò si è tentato di fare incontrare i ministri della sanità degli stati in cui è presente. “Il progetto African Network of Medical Excellence – sottolinea la presidente di Emergency – è riuscito a coinvolgere diversi paesi nella costruzione di centri medici di eccellenza gratuiti e accessibili, per il riconoscimento del diritto alla cura come diritto universale. Da questo progetto è già nato il nostro primo moderno ospedale nel Sud Sudan specializzato in malattie cardiologiche, dato che l’età media dei cardiopatici in quel paese è di 25 anni, dove però arrivano pazienti anche da tutti gli stati limitrofi. C’è invece l’intenzione di costruire un altro centro specializzato in Uganda, servirebbero 250 milioni di euro di cui al momento non possiamo disporre, ma che sarebbero giusto il costo di un giorno di guerra in quel Paese…”

Durante la conferenza sono state presentate anche le opportunità per gli studenti specializzandi di medicina all’interno di Emergency. “C’è la possibilità, negli ultimi due anni di specialità in area medica, chirurgica e dei servizi clinici, di entrare a far parte per un periodo di sei mesi dei team nei centri di Emergency ne modo o in Italia- rivela Tiziana Bellini, prorettrice alla didattica di Unife-. La collaborazione è, ovviamente, su base volontaria e prevede un periodo di formazione, di attività clinico pratica e di ricerca sotto la supervisione di specialisti esperti”.

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