Ampia e sentita partecipazione alla 13esima edizione della manifestazione “Il 118 scende in piazza. Per salvare una vita metti le mani sul cuore” che ieri, sabato 18 ottobre, ha coinvolto tutto il territorio con quattro eventi a Ferrara, Cento, Codigoro e Portomaggiore
Anche quest’anno le Aziende Sanitarie ferraresi hanno accolto circa 30 professionisti della salute della Regione Umbria che stanno svolgendo il Corso di Formazione Pnrr per Manager e Middle manager del Ssn presso la Scuola Umbra di Amministrazione Pubblica
Sabato 18 ottobre, dalle 8:30 alle 13:10, si terrà presso l’Aula Magna dell'Azienda Ospedaliero - Universitaria di Ferrara il convegno “Oftalmopatia di Graves: percorso multidisciplinare”
Codigoro si prepara ad ospitare due percorsi dedicati alla prevenzione e alla sensibilizzazione del gioco d’azzardo, al dialogo tra generazioni e alla valorizzazione delle relazioni
Il 118 scende in piazza, anzi, nelle piazze in occasione di “Viva! La settimana per la rianimazione cardiopolmonare”. La 13esima edizione della manifestazione “Il 118 scende in piazza. Per salvare una vita metti le mani sul cuore” torna a coinvolgere tutto il territorio e si fa in quattro con altrettanti appuntamenti
L’ospedale privato accreditato Quisisana ha iniziato la propria attività quasi cento anni fa ed offre molteplici servizi ai suoi utenti. Tra questi vi è l’impiego della carbossiterapia, terapia che nasce all’inizio del secolo scorso in Francia presso alcuni centri termali con il solo scopo di trattare le arteriopatie.
Ora, invece, da circa un ventennio, la carbossiterapia viene utilizzata in un’ottica molto più ampia per migliorare anche certi inestetismi quali: la cellulite, le rughe, le smagliature, le cicatrici, i gonfiori alle gambe (linfedemi) che colpiscono, solo in Italia, circa 24 milioni di donne.
La dottoressa Paola Buresta, medico chirurgo specialista in chirurgia vascolare presso l’ospedale privato Quisisana, utilizza questa tecnica in particolare in situazioni di insufficienza venosa cronica e venolinfatica, che si manifestano in vario modo a seconda degli stadi clinici, cioè con pesantezza alle gambe, formicolii, crampi notturni, capillari, varici, edema o gonfiore, pigmentazioni ecc.. che in molti casi si associano anche a cellulite e ritenzione idrica.
“La carbossiterapia è una tecnica che utilizza anidride carbonica medicale a scopo terapeutico – dice spiega la dottoressa Buresta – viene iniettata a livello del sottocute attraverso dei piccoli aghi in modo da riattivare la microcircolazione”.
Infatti la carbossiterapia migliora la microcircolazione, riaprendo tutti quei capillari che sono stati compressi sia dalla ritenzione idrica che dalle cellule grasse e aumentando la velocità del flusso sanguigno, permette un più rapido smaltimento di tossine e gonfiori. Inoltre, la carbossiterapia agisce sulla pelle, aumentandone l’ossigenazione e l’elasticità, rendendola più luminosa e tonica e sul grasso, riducendo e/o rompendo la cellula adiposa in modo diretto o indiretto, cioè aumentando il metabolismo cellulare.
Il particolare, il metabolismo rallenta durante il periodo invernale. Il suo rallentamento è dovuto alla ridotta attività fisica, alla frequentazione di ambienti surriscaldati e alla scarsa esposizione della pelle alla luce naturale. La carbossiterapia riattiva il metabolismo mettendo in moto quei processi che se rallentati, portano al formarsi di tutte quelle piccole imperfezioni che si possono migliorare con questa tecnica.
L’anidride carbonica impegata per questa terapia è identica a quella prodotta regolarmente da un essere umano durante il processo della respirazione. Quindi il nostro corpo è già capace di assorbirla velocemente tramite il sangue (per via ematica) e poi smaltirla con altrettanta semplicità per via respiratoria. Proprio per
l’atossicità dell’elemento e per la sua incapacità di creare emboli, la carbossiterapia è una tecnica sicura ed efficace.
Comunque, prima di iniziare qualsiasi tipo di trattamento, è importante rivolgersi a centri accreditati come l’ospedale privato Quisisana e sottoporsi a visita specialistica con ecocolordoppler venoso degli arti inferiori, questo per individuare le eventuali controindicazioni al trattamento, per impostare una terapia complementare utile ad incrementare i benefici della tecnica ma soprattutto per evitare di incappare presso strutture che non utilizzano anidride carbonica medicale veicolata da macchinari riconosciuti dal Ministero della Salute o addirittura non dotate di aghi monouso e sterili.
Articolo offerto da Quisisana
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