Politica
8 Luglio 2010
Il dibattito sul piano di caratterizzazione al centro Il Melo

Il Quadrante Est va dal medico

di Marco Zavagli | 5 min

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Chi si aspettava pianto e stridore di denti è rimasto deluso. Il dibattito di martedì sera sulle indagini per il Quadrante Est è stato meno teso di quelli precedenti e la sala Aurora del centro sociale Il Melo, dopo tre ore di discussione, si è svuotata in tutta calma.

Non sono mancate però le critiche al piano di caratterizzazione illustrato dai tecnici comunali del Servizio ambiente. A cominciare da quelle di Luigi Gasparini che rileva “la contraddizione di un Comune che fa un piano di caratterizzazione e poi se lo approva: l’amministrazione controlla se stessa”.

Ineffabile l’intervento del primo dei militanti del Pd intervenuti, Mohallim Abdinur, che -sicuramente in buona fede – ha gridato alla “moda del terrorizzare la gente: solo perché uno è laureato in medicina si permette di dire che vivere qui è pericoloso? O abbiamo le carte in mano o raccontare alla gente che qui ha investito soldi per comprarsi la casa che la zona è inquinata non va bene”. Per fortuna ce ne sono, di medici e non, che – carte e dati in mano – se lo permettono. Eppure Abdinur, vive “qui da 45 anni e quello che c’era adesso c’era anche prima. Fa onore al Comune l’aver preso in mano il problema”.

Altrettanto combattivo, ma schierato dall’altra parte, è stato Tommaso Mantovani, consigliere di circoscrizione di Progetto per Ferrara, che ha accennato agli studi di Aldo De Togni, responsabile dell’Unità operativa di Epidemiologia dell’Azienda Usl di Ferrara, parlando in riferimento al quartiere Frutteti di “cluster di tumori ai polmoni tra i più alti d’Italia”. Considerando poi le spese da sostenere da qui a settembre, Mantovani ha chiesto a Tagliani “per quale motivo la giunta abbia bocciato la proposta di stanziare 25mila euro per uno studio epidemiologico”. Se sulla prima questione sarà lo stesso De Togni a chiarire che “le due zone con dati più significativi (ossia aggregazioni anomale a livello numerico per una data area, ndr) quanto a cluster di tumori al polmone sono quella attorno al polo chimico (con dati relativi agli anni 1988-95) e Viale Krasnodar (1998-2007)”, alla seconda risponderà lo stesso sindaco, specificando che la relativa competenza risiede in capo all’Ausl.

Strappa applausi il consigliere di circoscrizione della Lega Alcide Mosso, che si meraviglia – non è stato il solo – di “come qualcuno possa dire che non c’è assolutamente da preoccuparsi, quando è la stessa amministrazione ad essere preoccupata. Vorrei poi – ha aggiunto – che si mettessero in evidenza le responsabilità, che non sono di questa amministrazione, di chi al tempo dell’inquinamento doveva vigilare e non l’ha fatto”.

Tocca poi a un residente, il signor Tomasi, alzarsi in piedi per definirsi “un individuo a rischio: tutti i metodi illustrati – ha detto – serviranno a verificare quello che già sappiamo benissimo; che c’è un grandissimo inquinamento”. Altri residenti si sono accodati lamentando che “dal 2004 veniamo a questi incontri dove sentiamo solo parlare di indagini e mai di bonifica”.

Un altro residente, Giuseppe Esposito, ricorda come nel suo palazzo “due fratelli con le rispettive mogli e un bambino se ne sono andati per tumore: nessuno può dire con certezza che questa area è malata, ma con altrettanta certezza nessuno può dire che è sana”.

Valentino Tavolazzi di Progetto per Ferrara ha osservato invece come “molte delle analisi che si pensa di fare siano già state fatte, a partire dal 2002: ne era uscito un quadro abbastanza chiaro, con un pesante inquinamento da cvm. E fino ad oggi sono stati spesi 3/400mila euro e forse ne spenderemo altrettanti. Non è il caso di dire cosa succederà dopo? Come sarà la bonifica?”

“A questo sapere manca un agire” lamenta Marzia Marchi, referente provinciale di Legambiente, la quale “sui limiti fatico a pensare che ci siano dei tetti di tollerabilità agli inquinanti in casa mia. Vorrei che non ce ne fossero proprio di inquinanti”. Marchi riconosce comunque “con piacere alla nuova amministrazione la volontà di attivarsi per fare qualcosa, visto che in quella precedente si negava l’evidenza”.

Condivide le preoccupazioni di tutti Simona Coppi, direttrice della sezione provinciale dell’Arpa, che però non è in grado di “dire chi ha torto e chi ragione. Ci vuole comunque una rappresentatività dei dati: quanto fatto prima non viene buttato via, verrà aggiunto ai dati che raccoglieremo per avere un quadro di insieme più ampio”.

Sul da farsi al termine dei risultati delle indagini è intervenuto anche Alberto Bassi, dirigente del servizio Ambiente del Comune, per chiarire che “quando si parla di bonifiche bisogna distinguere due aspetti diversi: quello che riguarda i rifiuti ancora abbarcati in discarica e quello che concerne i rifiuti usciti dalla discarica. Nel primo caso non si bonifica ma si mette in sicurezza la discarica affinché non perda più materiale inquinante (e questo è quello che eventualmente faremo). Nel secondo caso verranno bonificate le matrici ambientali inquinate”.

Al sindaco Tiziano Tagliani è toccato l’intervento conclusivo, quello delle “risposte politiche”. “Il Comune – avverte – non va visto come una controparte. I costi di milioni di euro di una eventuale bonifica saranno sopportati da tutti”. E questo ricordando però che “la preoccupazione economica viene comunque dopo quella per la salute”.

Infine la metafora del malato. E su chi sia da far stendere sul lettino del medico non ci sono dubbi. “il quadrante est sta andando dal medico per capire di cosa è malato – spiega il primo cittadino -. Nessuno auspica che sia affetto da una grave malattia,  ma dobbiamo comunque aspettare la diagnosi. Solo dopo potremo pensare alla cura. Ecco perché oggi non possiamo rispondere su qualcosa che ancora non possiamo sapere”.

La risposta politica è allora quella della “nostra scelta di dirvi passo dopo passo quello che sarà necessario fare. Il Comune farà del suo meglio affinché in questo quartiere si continui a vivere, a vivere bene, a vivere in modo sano”.

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