Attualità
21 Marzo 2018
Confesercenti chiede un incontro urgente con il Comune. Paura anche dalla sponda rodigina

La chiusura del Ponte sul Po rischia di uccidere il commercio

di Redazione | 3 min

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Oltre cento persone al corteo organizzato dal centro sociale La Resistenza. Dal parco Coletta a piazza Castello studenti e lavoratori di ogni età hanno intonato insieme “Bella Ciao” e altri canti antifascisti.

Per i lavori previsti al ponte stradale sul fiume Po, previsti a partire dal prossimo 18 maggio, la Confesercenti di Ferrara ha chiesto un incontro urgente con gli assessori ai lavori pubblici e al commercio, Aldo Modonesi e Roberto Serra, per sapere quali siano i tempi effettivi dell’intero e corposo cantiere, e quali le possibili soluzioni ai disagi che comporterà non soltanto per i cittadini e i “frontalieri” in termini di viabilità e trasporto ma anche per le aziende situate a Barco e Pontelagoscuro.

I lavori dureranno circa 4 mesi. Nel periodo di esecuzione è prevista la chiusura al traffico per tutti i mezzi in entrambe le direzioni, pertanto è stato individuato come percorso alternativo, per collegare la provincia di Ferrara e quella di Rovigo, l’utilizzo dell’autostrada A13, nel tratto fra il casello di Occhiobello e quello di Ferrara Nord.

Ma fin dal momento della diffusione delle prime notizie “è alto il livello di ansia e preoccupazione che numerose aziende ci hanno testimoniato contattandoci nei giorni scorsi – afferma Confesercenti -. Una chiusura che si protrarrà per 3/4 mesi potrebbe portare a gravi conseguenze sul piano della stessa tenuta del tessuto commerciale di Barco e Ponte ed è per questo che vorremmo valutare insieme alle istituzioni eventuali soluzioni che permettano di subire il meno possibile i disagi, inevitabili, e le relative conseguenze in termini economici che graveranno sulle imprese interessate”.

“Pur capendo l’impegno del Comune, anche nei confronti di Anas -aggiunge l’associazione -, vogliamo testimoniare come anche da parte nostra ci siano tutte le intenzioni di valutare anche un intervento nei confronti del prefetto”.

E dall’altra sponda del Po, qualle rodigina, si alza la voce di Luisa Angela Vallese, segretaria del circolo Pd Occhiobello-Santa Maria Maddalena, secondo la quale “Anas non può pretendere di chiudere il ponte in assenza della creazione di una valida alternativa veicolare, assumendo a proprio carico tutti gli onori economici derivanti da una così grave interruzione di uno snodo fondamentale per i collegamenti stradali tra due regioni”.

Per l’esponente dem è lo stesso ente il principale responsabile della situazione, dal momento che avrebbe “trascurato per decenni e lasciato deteriorare il “nostro” ponte”.

Eppure dalle amministrazioni di Ferrara e Occhiobello era arrivato lo stimolo, “non raccolto” per la realizzazione di una moderna struttura.

In ogni caso, il Pd chiede che si privilegi il traffico a senso unico alternato in luogo della chiusura totale, che si obblighi l’impresa appaltatrice a condurre i lavori su tre turni, compresi i giorni festivi, al fine di ridurre al massimo i tempi di intervento, che venga garantito il ristoro dei costi aggiuntivi per il tragitto alternativo, che siano assunte dall’Anas le maggiori spese per il trasporto pubblico, che l’Anas predisponga a proprio carico l’effettuazione di corse ferroviarie alternative straordinarie.

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