Attualità
20 Marzo 2018
Il dolore dei titolari: "Il chiosco non era nostro ma di tutta la città. Ora nessuno frequenterà più queste Mura, ci dispiace per i clienti e il quartiere" 

Addio alla Siberiana, è iniziata la demolizione

di Elisa Fornasini | 2 min

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“Buttare giù questa struttura sarà una coltellata al cuore”. Lo diceva già l’anno scorso il titolare della Siberiana. Lo ha capito appena letto la sentenza del consiglio di Stato che metteva la parola fine al chiosco a cui lui e sua moglie hanno dedicato gli ultimi 40 anni della loro vita. E così è stato. La temuta coltellata al cuore è arrivata ieri, quando sono iniziati i lavori di demolizione della storica gelateria in viale IV Novembre.

“Abbiamo 60 giorni di tempo per smantellare tutto e liberare l’area, ovviamente a nostre spese perché 10mila euro da spendere per la demolizione non li abbiamo – spiega tristemente Gabriella Guidetti mentre supervisiona il marito Francesco Malacarne al lavoro sul tetto -. Per cui pian piano lo tiriamo giù, smaltiamo i rifiuti ad Hera e, come già successo con il Pinguino, togliamo alla città un punto di aggregazione e di ritrovo amato e frequentato da tantissima gente”.

L’ordine di demolizione passa dalla carta bollata alla realtà. E venti anni di contese legali e mobilitazioni cittadine non sono bastati per cambiare il risultato che vuole l’area soggetta a vincolo paesaggistico della Soprintendenza per via della sua vicinanza alle Mura. “Ma ora questa parte di Mura non verrà più utilizzata dai cittadini, perché la zona è quella che è…” osservano amareggiati i titolari che negli ultimi anni hanno dovuto sempre fare di più i conti con la situazione della Gad.

“Pur essendo incolpevoli, questo è il risultato – aggiunge Gabriella -. C’è tanta delusione, tutta la gente e l’intero quartiere erano con noi ma questa è la riprova che i cittadini non contano niente perché non sono contate 10mila firme sul sito Salviamo La Siberiana sei anni come non è contata la manifestazione di 300 persone l’anno scorso a cui aderito i comitati dei quartieri, da sempre dalla nostra parte perché siamo stati un presidio di legalità”.

“La Siberiana non è nostra, perché i gestori prima o poi cambiano, era un punto di ritrovo per la città, di tante persone, anziani giovani, che venivano volentieri la domenica pomeriggio a mangiarsi un gelato. A noi dispiace per la clientela in maniera incredibile…” ribadisce la titolare, prima che le lacrime prendano il sopravvento. I ricordi dei tempi felici scorrono veloci, di pari passo agli oggetti demoliti e cancellati da uno dei chioschi storici della città. “Il Comune poteva salvarci e dichiararci bottega storica, visto che si tratta di una struttura di espressione del dopoguerra, ma non l’ha fatto” e ora è il momento dell’addio.

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