Spal
16 Marzo 2018
Spal-Juventus. Al seguito della corazzata di Max Allegri 1.600 provenienti tifosi da tutta la Penisola

Il tifo juventino. Dai Panthers alla Fossa dei Campioni fino ai Fighters e ai Drughi

di Redazione | 6 min

Leggi anche

Spal, salvezza raggiunta tra i rimpianti

Davanti ad una cornice di pubblico meravigliosa, nonostante il meteo ed un campionato di grande sofferenza, i biancoazzurri battono il Pineto trovando la terza gioia consecutiva e soprattutto la salvezza aritmetica.

Spal, c’è il Pineto tra i biancazzurri e la salvezza

Chiudere il discorso salvezza, con un occhio puntato anche ai risultati delle altre. Nella gara di oggi contro il Pineto, l’ultima di campionato al “Mazza”, la Spal vuole chiudere bene la stagione davanti al proprio pubblico prima della trasferta di Olbia: la vittoria contro gli abruzzesi garantirebbe agli estensi la salvezza matematica

di Davide Soattin

Ancora una volta sarà un Paolo Mazza all’insegna del tutto esaurito quello che attenderà, sabato sera alle 20.45, l’entrata in campo dei Campioni d’Italia della Juventus. Al seguito della corazzata di Max Allegri arriveranno circa 1.600 tifosi che, provenienti da tutta la Penisola, riempiranno il settore ospiti e non, visti anche i quasi 3.000 biglietti staccati in vendita libera nel giro di pochi minuti, rispettando le attese del pronostico. In attesa di rivivere una sfida vecchia più di cinquant’anni, l’ultima volta fu il 31 maggio 1962, vi proponiamo il nostro consueto appuntamento con la lente d’ingrandimento sulla tifoseria della Juventus, la più seguita in Italia, e sui gruppi che ne hanno fatto la storia.

STORIA. Per la tifoseria bianconera, diversamente da quanto succede nel resto delle curve italiane ed europee, i primi anni Settanta hanno poco a che vedere con il crescente fenomeno del tifo ultrà. Fino al 1974 infatti, nella curva Filadelfia del Comunale di Torino, non c’è traccia di gruppi organizzati o di formazioni ultras e la scena è occupata da clubs di semplici appassionati come lo Juventus Club Filadelfia, il tutt’oggi presente J.C. Torino e il Primo Amore Umberto Sansoè da cui, poco tempo più tardi, un gruppo di ragazzi più accesi e ribelli decide di staccarsi per formare il primo gruppo ufficiale juventino: i Panthers.

L’avvento dei Panthers, all’epoca presenti nella parte leggermente a destra della curva per poter guardare frontalmente il settore avversario, porta di fatto una ventata di freschezza a tutto l’ambiente, risvegliando gli animi e accendendo la fiamma del tifo organizzato tant’è che, sul loro esempio, nascono altre formazioni come la politicamente orientata a sinistra Fossa dei Campioni e i più famigerati Fighters, fondati nella stagione 1977/1978 da Beppe Rossi, giovane carismatico e capace di coinvolgere e organizzare tutti i membri del sodalizio.

Per anni i Fighters saranno la colonna portante del tifo al seguito della Vecchia Signora, identificandosi dietro ad uno striscione nero con scritta bianca e un logo simboleggiante un casco integrale con due chiavi inglesi incrociate; il tutto avvolto da una grandiosa fiamma tricolore. Il loro modo di tifare è ben organizzato, ottenuto attraverso l’idea di un sostegno inglese alla squadra senza tamburi ma solo con sciarpe e mani, nonostante gli stadi dell’epoca non fossero il massimo per enfatizzare la prestazione a livello canoro e sonoro. Nel 1981, al posto dello striscione Superstar, compare quello a nome Indians, in quel periodo uno dei tanti gruppi principali della macchina del tifo sabauda.

Quattro anni più tardi, più precisamente il 29 maggio 1985, l’intera tifoseria bianconera rimane scossa dalla tragica notte dell’Heysel di Bruxelles. Un’ora prima dell’inizio del match tra Juventus e Liverpool infatti, valevole per la finale di Coppa dei Campioni, i tifosi inglesi più accesi, i cosiddetti hooligans, si spingono verso il settore Z a ondate, cercando la mossa del take an end per prenderne il controllo e sfondarne le recinzioni, convinti erroneamente che in quella fetta di stadio fossero campeggiati i rappresentanti più violenti della tifoseria piemontese.

E’l’inizio del massacro. Nella calca creata dalle persone che cercano disperatamente di mettersi al riparo dall’invasione reds, muoiono ben trentanove persone e ne rimangono ferite più di seicento. I gruppi ultrà zebrati restano fermi ed impotenti ad osservare la carneficina e, nel tentativo di invadere il campo per cercare il contatto, vengono respinti dalla polizia a cavallo. L’evento porterà grandi discussioni all’interno dei gruppi organizzati di Madama a cui, pochi mesi dopo, fa seguito un filotto di denunce portate dai filmati della televisione in cui tra le altre cose, insieme agli ultrà a viso scoperto, si intravede un uomo con una scacciacani in mano.

Alzata, seppur con l’amaro in bocca, la prima Champions League della sua vincente storia, la Juventus l’anno successivo torna a giocare in campionato orfana del supporto dei suoi Fighters, il cui posto in curva viene rimpiazzato da un lunghissimo striscione bianco riportante la scritta Black and white supporters, voluto dalla questura in risposta ai fatti della tragica notte belga. Gli effetti della decisione pattuita dagli organi di polizia, però, durano ben poco e, nel vicino 1987, al centro curva fa ritorno una pezza nera a lettere bianche recitante Drughi, uno dei sodalizi più importanti ancora oggi presente, dopo che le istituzioni stesse avevano rifiutato lo striscione Arancia Meccanica.

Il trasloco dall’odierno “Grande Torino” al più dispersivo, dal punto di vista del tifo, “Delle Alpi” segna il ritorno dei Fighters e dei Viking , quest’ultimi ragazzi di Milano universalmente conosciuti come i più tosti della tifoseria grazie ad un eccezionale impegno ed una grande bravura nel saper realizzare strepitose coreografie. Inoltre, a metà anni Novanta, muore il capo ultrà per eccezione Beppe Rossi e, dal punto di vista sportivo, la Juve di Marcello Lippi assume le sembianze di un’armata invincibile che, fino alla gestione sciagurata e sprecona di Ancelotti nei primi anni del 2000, suona come una sentenza pigliatutto nei confronti delle dirette avversarie.

Lo stesso sarà per l’era Capello, durata appena due stagioni dal 2004 al 2006, in cui i bianconeri dominano letteralmente due campionati, revocati però per sentenza della Caf in seguito allo scandalo di Calciopoli in cui viene coinvolto in primis il direttore sportivo Moggi. Uno va all’Inter, l’altro rimane vacante, mentre, la Juventus viene retrocessa d’ufficio in Serie B per il campionato 2005/2006. I tifosi increduli non si scoraggiano e, seguendo l’esempio di grandi giocatori come Buffon, Del Piero e Nedved, decidono di seguire la propria squadra del cuore con l’unico obiettivo di riportarla nel calcio che conta. Il ritorno nella massima serie avviene immediatamente e, l’anno seguente, le zebre tornano a giocare nel vecchio “Comunale”, ampliato e denominato “Olimpico in occasione dei XX Giochi Olimpici Invernali del 2006, restandoci fino alla stagione 2010/2011.

Nel frattempo, la dirigenza bianconera decide di costruire con un progetto datato 2008 un nuovo stadio in grado di raccogliere le esigenze dei propri tifosi e di una dirigenza che, con il ritorno alla guida della famiglia Agnelli, è decisa di riportare la Signora di nuovo tra le grandi del calcio italiano, dopo le deludenti esperienze segnate dalle panchine di Ranieri, Ferrara, Zaccheroni e Del Neri. La via del successo gli zebrati la ritrovano grazie all’inaugurazione nel 2011 dell’attuale “Allianz Stadium” e all’insediamento alla guida della squadra di Antonio Conte, protagonista assoluto di tre scudetti come il suo successore Massimiliano Allegri, ex mister spallino e tutt’oggi in forza ai piemontesi.

Ad oggi, i gruppi ultrà principali presenti all’interno della Curva Sud Scirea, chiamata così in onore dell’indimenticato capitano e numero 6 bianconero, sono: Drughi Bianconeri, Tradizione (ex-Fighters), Nucleo, Bravi Ragazzi, Antichi Valori.

AMICIZIE/GEMELLAGGI. I tifosi della Juventus sono gemellati con quelli dell’Ado Den Haag e del Legia Varsavia.

RIVALITÀ. I bianconeri sentono molto la rivalità nei match con Torino, Napoli, Inter, Milan, Fiorentina, Catania, Parma, Genoa, Brescia, Cagliari, Sampdoria, Lazio, Cremonese, Bari, Perugia, Udinese e Venezia. In campo internazionale, con il Liverpool.

Grazie per aver letto questo articolo...
Da 18 anni Estense.com offre una informazione indipendente ai suoi lettori e non ha mai accettato fondi pubblici per non pesare nemmeno un centesimo sulle spalle della collettività. Il lavoro che svolgiamo ha un costo economico non indifferente e la pubblicità dei privati non sempre è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge e, speriamo, ci apprezza di darci un piccolo contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di ferraresi che ci leggono ogni giorno, può diventare fondamentale.

 

OPPURE se preferisci non usare PayPal ma un normale bonifico bancario (anche periodico) puoi intestarlo a:

Scoop Media Edit
IBAN: IT06D0538713004000000035119 (Banca BPER)
Causale: Donazione per Estense.com