Eventi e cultura
13 Marzo 2018
Venerdì incontro pubblico nella sala del Consiglio comunale di Ferrara

Giuliano Pontara racconta la nonviolenza di Gandhi

di Redazione | 4 min

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Venerdì 16 marzo dalle 15 alle 18 nella sala del Consiglio comunale di Ferrara (piazza Municipio 2), avrà luogo un incontro pubblico con Giuliano Pontara, docente di filosofia, tra i massimi studiosi a livello internazionale della nonviolenza e del pensiero e azione di Gandhi. La conversazione che proporrà ha per titolo “Gandhi, giustizia e pace”.

L’appuntamento si inserisce, con un rilievo particolare, nel ciclo di incontri “Tutta la nonviolenza di un secolo. Una storia anche ferrarese”, a cura del Movimento Nonviolento di Ferrara in collaborazione con Istituto di Storia Contemporanea e il patrocinio del Comune di Ferrara e nelle iniziative programmate insieme a Libera e Avviso pubblico in occasione della “Giornata delle memoria e dell’impegno” (21 marzo).

Giuliano Pontara, nato a Cles (Trento) nel 1932, rifiutando il servizio militare nel 1952 si è trasferito in Svezia, dove ha studiato e vissuto. Ha insegnato filosofia pratica per oltre trent’anni all’Istituto di filosofia dell’Università di Stoccolma. Negli anni ottanta e novanta, ha anche insegnato come professore a contratto in varie università italiane (Torino, Siena, Cagliari, Padova, Bologna, Imperia, Trento). È tra i fondatori della International University of Peoples’ Institutions for Peace (Iupip) – Università Internazionale delle Istituzioni dei Popoli per la Pace (Unip), con sede a Rovereto (Tn). dal 1994 al 2004 e’ stato coordinatore del Comitato scientifico della stessa e direttore dei corsi. È membro del Tribunale permanente dei popoli fondato da Lelio Basso e, come tale, è stato membro della giuria nelle sessioni del Tribunale sulla violazione dei diritti in Tibet (Strasburgo 1992), sul diritto di asilo in Europa (Berlino 1994), e sui crimini di guerra nella ex Jugoslavia (sessioni di Berna 1995, come presidente della giuria, e sessione di Barcellona 1996).

Giuliano Pontara, membro del comitato svedese a sostegno di Danilo Dolci negli anni sessanta e settanta, va a trovare Dolci più volte e partecipa al suo lavoro sociale e educativo in Sicilia, dove operano pure Piero Pinna e Alberto L’Abate. Nelle inchieste condotte tra la gente emergono i connubi tra mafia e politica, sia a livello locale sia a livello nazionale, l’alto tasso di violenza, armata e strutturale, la grande corruzione del sistema politico, il clientelismo, la compravendita dei voti, opere pubbliche iniziate in tempi di elezioni e abbandonate. L’azione di Dolci si ricollega alle lotte contadine per la terra, contro il latifondismo assenteista, con la lunga schiera di sindacalisti uccisi negli anni precedenti dalla mafia, alla necessità di sovvertire il sistema di omertà, momento essenziale di lotta civile contro la mafia e presupposto per il buon funzionamento delle istituzioni democratiche.

Pontara ha continuato a seguire con attenzione l’azione contro la mafia, sostenendo ad esempio la candidatura di Rita Borsellino alla Regione siciliana, con un programma che riprendeva le indicazioni di Dolci: ricostruzione partecipata della democrazia in una trama non corrotta della vita civile e politica per chiudere una storia di dipendenza, di clientelismo, di mafia, di mancanza di autonomia e legalità, coinvolgimento delle giovani generazioni, intesa tra uomini e donne accomunati dall’impegno su alcuni essenziali valori, di politiche di pace nel Mediterraneo.

“Dei miei rapporti con Pontara – afferma Daniele Lugli del Movimento Nonviolento Ferrara – ricordo alcuni aspetti significativi. Ne ho letto quasi tutti gli scritti in italiano, elencati o no nella bibliografia. In particolare ricordo che nell’agosto del ’63 al seminario internazionale sulle Tecniche della nonviolenza, promosso da Aldo Capitini a Perugia, è stato affidato a me il compito di leggere una comunicazione di Pontara, che non aveva potuto partecipare, sull’azione di Luther King e sulle tecniche usate contro la discriminazione razziale. Un paio dì anni dopo è stato a Ferrara, su mio invito, per un incontro, ricordo, a Casa Stella dell’Assassino, allora sede di affollati incontri culturali. Molto più avanti, già anni duemila un intero ciclo di incontri, da me e dagli amici promossi, si è tenuto sulle caratteristiche della personalità nonviolenta individuate da Pontara. E’ venuto poi a Ferrara a presentare il suo libro ‘L’antibarbarie’ del 2006 appena uscito. In esso individuava tra l’altro le tendenze ‘naziste’, che minacciano le nostre democrazie. Queste sono cresciute e stanno sotto gli occhi di chiunque non li chiuda. Lo scorso anno ho presentato il suo ‘Quale pace?’ a Modena. Ho esordito ‘questo è l’ultimo libro di Giuliano Pontara…’ mi ha bloccato ‘ il più recente libro…’. Merita di essere ascoltato e lo sarà il 16 marzo nella conversazione che propone ‘A 70 anni dalla morte di Gandhi, un messaggio di nonviolenza sempre attuale'”.

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