Attualità
4 Marzo 2018
Presidio davanti al punto vendita in via Roffi. In gioco anche una drastica riduzione della maggiorazione domenicale della paga

Mediaworld, lavoratori in sciopero contro il rischio di perdere il lavoro

di Redazione | 2 min

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di Marcello Celeghini

C’è allarme tra i lavoratori di Mediaworld per la situazione economica della nota catena di elettrodomestici e telefonia e per il mancato confronto su alcune decisioni penalizzanti per i dipendenti. Per queste ragioni, sabato le sigle Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e UilTucs hanno indetto uno sciopero, a cui hanno aderito in massa anche i dipendenti del punto vendita di Ferrara che dall’apertura del negozio hanno fatto un presidio e svolto attività di volantinaggio.

All’origine della giornata di sciopero c’è la comunicazione senza alcun preavviso dell’azienda della chiusura di due punti vendita (Milano Stazione Centrale e Grosseto), della sospensione degli ammortizzatori, laddove sono previsti esuberi, e della riduzione dal 90% al 30% di maggiorazione domenicale sulla paga giornaliera. Inoltre la proprietà ha deciso di trasferire la sede italiana della multinazionale ad oltre 50 chilometri di distanza dalla attuale sede a Bergamo.

“A luglio 2017 l’azienda si era detta disponibile ad una trattativa con noi per quanto riguarda le maggiorazioni domenicali e ci aveva assicurato che non erano previsti altri esuberi o chiusure di punti vendita- spiega Giorgio Lombardi di Filcams-Cgil-. Da quel momento doveva partire la trattativa che però non c’è mai stata visto che la proprietà è letteralmente scomparsa, salvo poi farsi viva a febbraio comunicando decisioni che smentivano le promesse fatte a luglio e senza un margine di trattativa”.

È un timore generalizzato quello dei dipendenti del punto vendita riuniti in presidio per il fatto che questi tagli e riduzioni possano presto mettere in pericolo altri posti di lavoro senza un piano di rilancio del gruppo. “Gli errori dei dirigenti non possono pagarli i lavoratori e le lavoratrici di Mediaworld – puntualizza Lombardi-. Si stima che l’azienda sia in perdita di 2 miliardi di euro e che diversi punti vendita non siano più economicamente sostenibili, non sappiamo quali. Occorre un piano industriale credibile che garantisca la tenuta dell’occupazione e nuovi investimenti nella rete dei negozi. Aspettiamo una risposta dalla proprietà, in caso contrario abbiamo già in programma una nuova giornata di sciopero”.

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