
Claudio Dolcetti ed Ezio Roi
di Giuseppe Malatesta
Codigoro. Porta ai suoi potenziali elettori tutta la sua esperienza di ex pretore e magistrato Ezio Roi, candidato dell’uninominale al Senato nelle fila del Movimento 5 Stelle, in visita a Codigoro presso la sede del meetup locale. Su sicurezza e giustizia si concentra la sua captatio, ma non mancano le opinioni su economia, Europa, corruzione, sanità e welfare.
“Noi – dice Roi come portavoce dei pentastellati – abbiamo ereditato gli ideali della sinistra classica, siamo gli unici che ancora si preoccupano di ridare dignità agli ultimi. Gli altri non lo fanno più, fagocitati e corrotti da capitalismo, neoliberismo, consumismo”. Il reddito di cittadinanza? “Non è una nostra bizzaria, altrove funziona”.
Quello di Roi a Codigoro – cittadina 5 Stelle-friendly, a giudicare dal consenso goduto alle amministrative del 2016 – è un gradito ritorno dopo che nel 1978 fu a capo della locale Pretura. “A quei tempi, la giustizia a livello pretorile funzionava molto meglio, poi nel 1989 abolirono quell’ordinamento, e venne meno un servizio che rassicurava i cittadini e che mi piacerebbe ripristinare. Poco più tardi arrivò Berlusconi, un colpo di grazia per la giustizia e la legalità”.
“Con leggi garantiste a senso unico, vantaggiose solo per chi compiva reati e non per chi li subiva, negli ultimi trent’anni i nostri politici hanno via via abbassato le misure di severità, cercando di salvaguardare se stessi o i loro amici. Il risultato è l’incertezza della pena e un’illegalità diffusa, ma i cittadini sono stanchi di vedere premiare chi viola la legge”.
Le proposte del Movimento, spiega Roi, andranno nella direzione di un ripristino di pene più severe e di un garantismo dei lesi, di un processo di primo grado che sia nel 90% dei casi l’unico processo da sostenere e che renda il reato non più soggetto a prescrizione. E ancora, l’introduzione dell’agente provocatore, figura non prevista attualmente, con cui il M5S combatterebbe la corruzione nella pubblica amministrazione, “che nel frattempo deve essere svincolata dalla politica: stop ai dirigenti nominati in uno zibaldone politico, bisogna nominarli tramite concorsi accessibili a tutti quelli che ne hanno i requisiti”.
Idee chiare anche sulla detenzione: “Carceri dignitose in cui scontare pene brevi ma con obbligo di lavorare per lo Stato. Gli sconti di pena, la buona condotta, si devono misurare in base al lavoro svolto”. Dalla giustizia alla legittima difesa il passo è breve. “Esiste già nel codice penale come causa di giustificazione. Essere armati non vuol dire essere più sicuri, la sicurezza va garantita con una presenza diffusa delle forze dell’ordine sul territorio. Come contribuenti abbiamo il diritto di essere difesi, non dobbiamo arrangiarci da soli”.
Dai cittadini presenti (una ventina) e invitati al dibattere arrivano spunti su bracconaggio (“dieci anni di carcere certo sarebbe un deterrente”), ospedali (“non garantirei un reparto di malattie tropicali al Delta, ma un Pronto Soccorso che non rischi di chiudere sì”) Europa, investimenti, economia e le immancabili banche, “salvate spendendo trilioni di euro e di dollari, riducendo in povertà milioni di persone, pur di salvaguardare dal reato di bancarotta fraudolenta chi aveva causato la crisi stessa”.
“Siamo stanchi dei vincoli dell’Ue: non possiamo migliorare le nostre condizioni se non facciamo debito: il boom economico degli anni Cinquanta nacque su montagne di cambiali. Non esiste sviluppo senza investimenti, serve fare debiti calibrati per avere un profitto dopo, non per dare soldi agli amichetti. In Europa vorremmo rinegoziare, non possiamo fare una politica di stagnazione perché fa comodo alla Bce, alle banche americane e alle agenzie di rating. Quando torneremo ad essere indipendenti e a fare gli interessi nazionali?”.
A margine dell’intervento del candidato senatore, il capogruppo locale Claudio Dolcetti ha ringraziato gli attivisti di Mesola e Goro, dove non sono presenti gruppi certificati, ma in tanti hanno dato una mano in tempi di campagna elettorale e non.
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