Politica
1 Marzo 2018
Sono stati 13 i rappresentanti delle forze politiche che si sono affrontate nel secondo confronto organizzato dal mondo catttolico

Scontro su famiglia e aborto all’incontro tra i candidati sui temi della famiglia

di Redazione | 6 min

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Quattro domande, poste dai rappresentanti delle associazioni che gravitano nell’orbita cattolica in blocchi da due alla volta, con quattro minuti ciascuno per rispondere sui temi della famiglia — e del suo sostegno —, dell’aborto e della denatalità. Sono state queste le regole d’ingaggio per i 13 rappresentanti delle forze politiche che si apprestano alla scadenza del voto politico, sulle 18 invitate, che si sono affrontate sul palco del cinema Santo Spirito martedì sera nel secondo confronto organizzato dal mondo catttolico, in questo caso direttamente dall’Arcidiocesi di Ferrara, per dare una voce in regime di par condicio ai candidati.

Poche le defezioni, tra le quali spicca quella di Dario Franceschini, sostituito ad incontro iniziato dalla sua collega Paola Boldrini che si scusa della sua assenza con un sms al moderatore, il giornalista Alberto Lazzerini, letto a voce alta in favore della platea di circa 150 persone che hanno affollato la sala: “Mi dispiace non poter essere lì ma oggi è stata convocata una seduta del Cipe per domattina a Roma e in approvazione c’è un piano molto atteso per cultura e turismo che riguarda in parte anche la nostra provincia. Dispiace perché i temi che affrontate stasera sono fondamentali, Dario”.

Così, cominciano le diverse visioni del mondo, con Lazzerini che parte da Emanuela Biagi del Popolo della Famiglia che dice che l’aborto “è un danno, sia per il feto, perché per noi la vita inizia dal concepiment,o che per la salute psicofisica della donna”, e chiede anche la sepoltura per i feti mentre sull’utero in affito “abbiamo uno slogan che è ‘i bambini non si comprano’, un bambino strappato all’utero della madre parte con un lutto addosso. Siamo immersi in una cultura della morte, ma i bambini hanno diritti e vanno salvaguardati”, commenta mentre esprime anche il suo no alle staminali embrionali e agli organi xenogetici.

Per Giovanni Tavassi di Potere al Popolo invece “con la legge 40 può avere figli anche chi non potrebbe”, si dice favorevole all’aborto e vorrebbe risolvere il problema degli obiettori di coscienza “che non possono esseere il 100% dei medici di un’ospedale”, mentre riconosce diversi tipi di famiglia anche se per contrastare la denatalità “bisogno intervenire dando lavori stabili a chi vuole metterne su una, altrimenti la denatalità continuerà ad andare avanti”. Visione diversa ma non opposta quella della Civica Popolare con Lorenzin rappresentata da Francesco Fersini che fa notare come “la famiglia in questi anni di crisi è stata il primo ammortizzatore sociale” e chiede “l’equiparazione ai fini previdenziali dell’assistenza familiare” mentre propone un anno di contribuzione per ogni figlio, welfare aziendali, asili nido gratuiti, raddoppio del bonus bebè e lo studio di altre forme di sostegno all’infanzia come gli asili in famiglia di stampo tedesco.

Alberto Balboni di Fratelli d’Italia è invece molto più tradizionalista sul tema, rimarcando il fondamento della famiglia “sul matrimonio tra un uomo e una donna per procreare” e dicendo che “la legge sulle unioni civili ha aperto un varco per distruggere questa istituzione”.

Si scaglia contro un progetto di legge in Senato “che toglierebbe l’obbligo per l’accesso alla fecondazione assistita che una coppia sia composta da due persone di sesso diverso” e sull’aborto ricorda le campagne pre-approvazione “dicevamo che la legge sull’aborto sarebbe stata contraria alle sue stesse linee programmatiche ed è diventata uno strumento di contraccezione”.

Per Maria Cecilia Guerra di Liberi e Uguali “la denatalità è causata anche dall’organizzazione del lavoro, con una madre su quattro che a due anni dalla nascita del figlio non ha un’occupazione”, e a questo contribuiscono anche le decontribuzioni a favore dei giovani. Propone un ampliamento dei servizi a favore dell’infanzia e la non discriminazione dei diversi tipi di famiglia mentre sull’aborto “va fatto di tutto perché una donna che voglia mettere al mondo un figlio sia messa nella condizione di farlo ma bisogna anche tutelare il diritto della donna che non si sente di proseguire la gravidanza permettendo che l’aborto sia praticabile in tutte le strutture”.

Per Deanna Marescotti di Insieme “è il momento di parlare di famiglie al plurale”, mentre sulle adozioni “non so quanti di coloro che professano i diritti dei bambini abbiano mai visitato gli istituti dei bambini abbandonati o abbiano pensato a quanti bambini non hanno una famiglia. L’adozione ai single o a coppie omosessuali è di gran lunga preferibile a una vita negli istituti”.

Opposta la visione di Maura Tomasi della Lega che invece condivide “tutto quello che ha detto l’avvocato Balboni: per noi la famiglia è formata da un papà, una mamma e dai bambini. Non si può parlare di famiglia con persone dello stesso sesso, e non si può consentire l’adozione a famglie che non sono famiglie”, anche se comunque si impegna a “snellire le procedure di adozione che sono estremamente stringenti e complicate”. Segue un no secco all’utero in affitto “che offende la dignità della donna e mina e i valori naturali”, e per aumentare la natalità propone “bonus ad ogni figlio nato di 400 euro e far sì che i ragazzi che vogliono mettere su famiglia possano avere un lavoro”.

Per Stefania Ascari del Movimento 5 Stelle la famiglia “deve tornare a essere una grande ricchezza del nostro Paese e bisogna tornare a supportarla”, e propone un piano da 17 miliardi di investimenti a favore della famiglia “riorganizzando i sostegni sul modello francese con rimborsi per asili nido e baby sitter e supportando gli italiani che vogliano mettere su famiglia con un Iva agevolata sui prodotti per i bambini e detrazioni per colf e badanti tra le altre misure”, mentre viene condannata la “pratica della surrogazione che lede la dignità umana”. Paola Peruffo di Forza Italia invece aspira all’abolizione “a livello internazionale della maternità surrogata per evitare questo tipo di turismo”, mentre sostiene “interventi di educazione affettiva e sanitaria, con i giovani che confondono rapporti sessuali e affettività” perché è favorevole all’aborto ma “non possiamo paragonarci a Stati come l’Inghilterra” e denuncia “l’abolizione sul territorio di quasi tutti i punti nascita, mentre Ferrara ha il tasso di natalità più basso dell’Emilia-Romagna”.

Per Paola Boldrini del Pd invece “la famiglia è laddove ci sia una persona che prova dei sentimenti nei confronti di un’altra persona”, e “vanno aiutate tutte le famiglie”. Sulla denatalità “servono tantissime cose, ragionando anche sul fatto però che le donne possono autodeterminarsi e non voler avere dei figli e non si possono condannare queste scelte”, anche se servono sicuramente incentivi economici a favore delle famiglie come l’implementazione degli 80 euro per ogni figlio e l’aumento dei fondi a favore degli asili nido. Sull’aborto poi “si deve partire dall’educazione sessuale ai ragazzi, le famiglie non sono in grado di farlo”. Per Federico Messina del Parito Repubblicano “la famiglia è al centro del nostro programma e va sostenuto” e “riteniamo come famiglia quella costituzionalmente definita ma accettiamo le nuove formazioni createsi con la legge sulle unioni civili”, mentre si scaglia contro l’aborto come mezzo di contraccezione, dicendosi d’accordo con chi propone nuove forme di educazione sessuale, e contro la maternità surrogata. Per Eugenia Roccella di Noi con l’Italia “la famiglia è una sola, quella disegnata dalla Costituzione”, ed è “interesse dello Stato tutelare la filiazione naturale”: per lei “le leggi sull’aborto e sulla procreazione assistita ledono il principio dell’amore naturale che sperimentiamo all’interno della famiglia”.

A concludere è Paolo Niccolò Giubelli di +Europa, formazione capitanata da Emma Bonino, secondo il quale “la legge sull’aborto deve restare così com’è, il problema non è la legge sull’aborto ma l’aborto: da quando è stata approvata la legge le interruzioni di gravidanza sono calate del 50%”. Sulla famiglia poi “lo Stato dev’essere laico, da questo non può uscire: per noi la famiglia è basata sul matrimionio e siamo favorevoli all’estensione del matrimonio anche alle coppie omosessuali”.

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