Paolo Gentiloni, intervistato da Bruno Vespa a “Porta a porta “il 22 febbraio ha dichiarato:- “Io vedo un grandissimo rischio di involuzioni autoritarie dal punto di vista culturale, politico in tante forme in Europa: attenzione a non sottovalutare gli umori che vediamo tutti circolare in Europa. Quando si cominciano a fare certi discorsi contro gli ebrei…quando si rilegittima anche vagamente la discriminazione basata sulla razza, dobbiamo stare attenti”.
Giusto, perdinci! Anzi, giustissimo. Ma chi parla di “discriminazione basata sulla razza” non legittima, almeno sul piano culturale, il concetto stesso di “razza”, commettendo un grave errore?
E come fa allora il Conte Paolo Gentiloni Silverj dei nobili di Filottrano Cingoli e Macerata, a criticare il leghista Attilio Fontana per aver usato tale termine se egli stesso lo utilizza?
Penso che, da buon aristocratico, dovrebbe fare attenzione a come si esprime, soprattutto su argomenti così delicati: noblesse oblige…
Basterebbe evitare, con un po’ di buon senso, l’uso della parola “razza”, fonte infinita di guai.
Salvina Bassi