Spal
19 Febbraio 2018
Ai microfoni di “Non è l'Arena” il centrocampista ammette la combine tra Castel di Sangro e Bari in serie B

L’ex golden boy della Spal Luca Albieri confessa una partita truccata di 20 anni fa

di Redazione | 2 min

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Corteo del 25 aprile. La Resistenza vive

Oltre cento persone al corteo organizzato dal centro sociale La Resistenza. Dal parco Coletta a piazza Castello studenti e lavoratori di ogni età hanno intonato insieme “Bella Ciao” e altri canti antifascisti.

Molti lo ricorderanno calciare la magica punizione che il 29 novembre del 1992 portò la Spal alla vittoria contro la Fidelis Andria, rivale diretta nella corsa salvezza.

Luca Albieri, appena entrato, prese la palla dalle mani dello specialista Bottazzi e segnò nel recupero l’1 a 0 nel sette alla sinistra del portiere, facendo esplodere lo stadio Mazza.

Quello fu il momento chiave della carriera di Albieri, che da golden boy biancoazzurro divenne pezzo pregiato del mercato. Nella stagione 1994/95 si accasò a Castel di Sangro, la squadra del paesino abruzzese che stava stupendo il mondo. Con lui i giallorossi conquistarono l’ennesima promozione, Questa volta in serie B.

Tra i cadetti il talentuoso centrocampista ferrarese giocò 16 partite, segnando un gol. Ma una di quelle gare è rimasta per lui un ricordo indelebile. In negativo.

Si tratta di Bari-Castel di Sangro, l’ultima giornata di campionato, finita 3 a 1. Con quei punti il Bari si assicurò la promozione in serie A ai danni del Genoa. Il Castel di Sangro era ormai salvo. Non la coscienza del calciatore che ora, a distanza di oltre 20 anni, confessa ai microfoni de La7 che quel risultato era frutto di una combine.

“Gli ordini che sono arrivati dall’alto, dalla società – confessa Albieri durante un’intervista alla trasmissione “Non è l’Arena” con Massimo Giletti – ci hanno messo in difficoltà. Anche per i vecchi, ha fatto molto male a un gruppo di lavoro e a un allenatore bravi. La settimana non era stata preparata come professionisti seri autentici e con una moralità altissima, come lo siamo stati tutti noi, dovevano fare”.

Che qualcosa di strano fosse successo durante quei 90 minuti al San Nicola lo scrisse anche in un libro diventato best seller, «The Miracle of Castel di Sangro», anche lo scrittore americano di origini scozzesi Joe McGinnis. L’ autore, quell’anno (stagione 1996/97) aveva seguito di persona le vicende del Castel di Sangro fino alla trasferta pugliese. E qui, in albergo, raccontò di aver intercettato conversazioni “proibite” tra i calciatori, che si stavano preparando a una sconfitta decisa a tavolino.A confermare, e appesantire, le dichiarazioni di Albieri, si aggiungono anche quelle di un suo compagno di allora, rimasto anonimo, che riferisce come “già all’arrivo negli spogliatoi capisci, già te lo dice il sabato mattina quando fai la rifinitura che oggi finisce così… a noi andava il premio salvezza e in più il premio del Bari. Sì sì però è stato onesto lui, ha fatto il suo. Ha detto «vi lascio 300, li spartite voi, vi faccio la lista, chi ha giocato, come tutto, metto tutto nel contratto»”.

 

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