di Mattia Vallieri
“Si cita sempre la Gad perché da fuori si è creato un modo per isolare questo problema che non è di natura criminale o di pubblica sicurezza, se non in maniera molto modesta. È una questione di come si è trasformato quel quartiere, di chi lo vive in maniera di non appartenenza. Quelli che stanno fuori hanno la preoccupazione di definirlo, quindi di alzare un muro mediatico che dica là c’è questa roba”.
E ancora: “Se uno va a vedere i fatti criminali degli ultimi due anni a Ferrara non hanno come teatro la Gad. Sì, ad Aguscello prelevano una persona anziana e la uccidono, a Fossanova San Marco hanno ammazzato uno (Roberto Tosi Savonuzzi, ndr) e a Pontelangorino due ragazzi hanno ucciso i genitori. Sono fatti di sangue crudeli ma non mettono in discussione la mia lettura della comunità e la mia idea di quartiere perché domani mattina quando andrò dal salumiere, che io sia in via Bologna, Pontelangorino o Aguscello, trovo una persona che conosco”.
È la riflessione del sindaco Tiziano Tagliani fatta durante la presentazione del libro di Gaetano Sateriale ‘Solidarietà. Storia di un’idea’. Il primo cittadino prosegue ritenendo che “anche a Ferrara si sono alzate barriere, abbastanza visibili, alcune più mediatiche mentre altre sono la misura ed il risultato di una situazione di fatto che viene letta, a ragione o a torto ed io dico in gran parte a ragione, come un elemento di disturbo e di pericolosità rispetto alla condizione di serenità e riconoscimento di quel perimetro”.
E aggiunge: “Il problema non è tanto l’elemento criminale ma che quel tipo di immigrazione e di presenza così caratterizzata, che ha dei limiti di integrazione, mette in rischio la descrizione del mio branco e se abito in un certo quartiere ho il rischio di perdere la mia identità. Quando si dice ‘questo quartiere fino a 20 anni fa era più bello’ non si dice oggi l’erba è meno tagliata o la pubblica illuminazione meno efficiente, perché è il contrario, però si dice non mi ritrovo più in quella comunità”.
“Prima c’era un confine molto più largo di solidarietà, per cui il pellegrino che veniva mi rendeva obbligato ad ospitarlo, era una regola unanimemente condivisa, oggi mi chiedo in quale misura lo devo ospitare, in virtù di quale principio e chi mi obbliga” continua critico Tagliani, sostenendo inoltre che “c’è un meccanismo di difesa, ma la solidarietà deve stare sopra”. Non manca un cenno alla “solidarietà fiscale che è uno dei principali principi messi in crisi da questa campagna elettorale. È un minare alla base un principio che fino a ieri nessun politico o fiscalista avrebbe mai messo in discussione”.
Analizzando il tema della solidarietà al giorno d’oggi il primo cittadino estense è netto: “La solidarietà non è mai stata così poco di moda come di questi tempi – spiega Tagliani -. La si confonde con le operazioni di accoglienza dei migranti e c’è vergogna a nominarla ma non si può fare politica senza parlare di solidarietà”. Secondo il sindaco “non si può parare di bene comune se non si parla di redistribuzione della ricchezza e del reddito. Concetto della solidarietà, un obbligo morale ancora prima che giuridico, è un principio senza cui non ci sarebbero una serie di politiche e noi avremmo un sistema di chi può che va avanti e una maggioranza che, in un paese in cui aumentano le disuguaglianze, non ce la farebbe. In questo modo il paese sarebbe ancora più scollato di quanto già è”.
“Più che dei fondamenti giuridici quello di cui abbiamo bisogno oggi sono i fondamenti culturali” afferma Tagliani, ribadendo che “oggi le differenze stanno minando la base democratica” e concludendo lanciando un allarme sul “monopolio che avviene sulla conoscenza, sulla manipolazione e la sua gestione. Serve un po’ di solidarietà anche nel mondo della distribuzione della conoscenza”.
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