Economia e Lavoro
12 Febbraio 2018
Monica Gregori e Valentina Minia: "Volevamo realizzare i nostri sogni, abbiamo deciso di crederci e vedere come va"

Under 30, donne e imprenditrici: il negozio di vestiti aperto per la crisi del lavoro

di Redazione | 3 min

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Imprese: in calo aperture e chiusure in provincia di Ferrara

Aperture (544 unità) e chiusure (767 unità) in contrazione, con un bilancio nei primi 3 mesi di quest’anno, quello dell’anagrafe delle imprese ferraresi, di poco negativo con un saldo che si attesta -223 unità, pari ad un tasso del -0,70%, a fronte del -0,15% dell’Emilia Romagna e del -0,05% dell’Italia

Monica Gregori e Valentina Minia nel loro negozio dopo la composizione di un outfit

di Martin Miraglia

“Il nostro target di riferimento è la donna casual dai 25 ai 40 anni, ma con un abbigliamento elegante, non sportivo. Partendo da questo no puntiamo su proposte total look. Cerchiamo qualcosa di più ricercato rispetto a quello che hanno tutti, cercando il dettaglio per valorizzare i punti di forza delle persone”. Valentina Minia e Monica Gregori hanno entrambe 27 anni e si conoscono da anni. Hanno studiato insieme moda alla scuola Vitali, hanno partecipato a diversi concorsi, anche vincendoli, la prima è stata anche fashion designer per Kontatto.

Dal 5 febbraio però, nonostante i dati costantemente in calo sulle attività di commercio al dettaglio a Ferrara, hanno aperto un negozio di abbigliamento al dettaglio in via Carlo Mayr. Si chiama ‘Details’, è di fianco a Nikel ma ancora non è arrivata l’insegna. È un accadimenti che qualunque amministratore vorrebbe usare come esempio: di rilancio dell’imprenditoria, dell’imprenditoria e dell’occupazione femminile, dell’imprenditoria giovanile.

Le ragioni per cui Minia e Gregori hanno deciso di mettersi in proprio, però, sono meno rosee: “Come il commercio è in crisi lo è anche l’offerta del lavoro. Ci siamo trovate entrambe senza lavoro e senza prospettive, e con l’appoggio di entrambe avendo studiato moda e volendo possibilmente fare un lavoro per il quale abbiamo studiato abbiamo aperto un negozio nostro”, spiegano le due: “Volevamo realizzare i nostri sogni, quindi abbiamo deciso di provarci e vedere come va, bisogna crederci”. Poi certo, spiegano, dovessero agitarsi le acque nessuna occupazione sarebbe preclusa a prescindere. Nel frattempo “non è lo stipendio da dipendente ma ce la si può fare”, ripetono facendo notare che anche il mettersi in proprio, sogno di molti lavoratori, non solo può essere un salto nel buio per via del rischio d’impresa ma non si avvera senza sacrifici.

“Sappiamo che i ferraresi sono un po’ ostili alle novità”, raccontano poi le due amministratrici della neocostituita srl semplificata, “ma abbiamo tante amicizie e contiamo di crearci una nicchia”. Sui lavori precedenti “non erano appaganti”. “Io ero nello stile”, spiega Minia, “mentre Monica era social media manager. Però non c’erano soddisfazioni, i giovani non venivano aiutati a crescere. Mi dà più soddisfazione avere qualcosa di mio, consigliare le persone, e l’idea di provare era elettrizzante nonostante la difficoltà del mercato”. “Le persone passano dalla vetrina, dicono ‘che bello’, li vediamo dalle vetrine, ma non entrano. C’è molta diffidenza, nonostante la curiosità, il ferrarese ha bisogno quasi di sentirsi tranquillo magari a seguito del passaparola”, continuano le amministratrici.

Aiuti dallo Stato, in termini di incentivi di qualsiasi genere, negano di averne ricevuti. A dare loro una mano è stato il caso e il loro commercialista: il primo ha trovato il locale da affittare a un prezzo abbordabile durante una passeggiata, il secondo ha scontato metà del suo onorario per il primo anno.

“Siamo riuscite a non avere debiti”, continua poi Gregori, “in questo siamo state brave: non abbiamo rate da pagare per arredamenti o altre incombenze, però questo vuol dire che dobbiamo iniziare a vendere”. Per questo, era fondamentale cercare fornitori, di qualità ma che potessero offrire un vantaggio in termini di prezzo: “Abbiamo scelto capi di qualità ma che potessero costare meno, per non impattare sul prezzo finale. Per questo abbiamo marchi sia italiani che esteri: in Europa le cose costano un po’ meno e ne abbiamo ad esempio di spagnoli. Questo nonostante la qualità”.

In questo, per le due imprenditrici, c’è quantomeno una lezione: “È il tuo lavoro, devi controllare tutto, bisogna essere costantemente in allerta e avere la testa su qualsiasi cosa succeda all’interno dell’azienda. Le cose più complicate da gestire sono stati i ritardi”. “Vogliamo che il cliente si senta a casa, come nei bar”, concludono poi Minia e Gregori, “abbiamo messo una sedia anche per questo, se qualcuno vuole venire a chiedere consigli”.

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