Lettere al Direttore
5 Luglio 2010

“Calvano, il vecchio spacciato per nuovo”

di Redazione | 4 min

Trovo sterile e puerile la polemica del segretario del Pd Calvano, che dovrebbe rappresentare il salvifico “nuovo” in un partito ormai allo sbando. Invece, privo di  argomenti a difesa dei fallimentari risultati elettorali del Pd nelle ultime due consultazioni sotto la sua direzione, egli ripropone la zuppa riscaldata del city manager, contratto firmato nel 2000 dal sindaco Pd Sateriale e da questi, insieme al suo vice Pd Tagliani, interrotto senza giusta causa anticipatamente, scaricando su Comune e cittadini gli oneri di tale scelta, contrattualmente previsti.

Per fortuna in molti hanno capito perché io sia stato cacciato in tutta fretta dal Comune, nonostante la disinformazione della campagna diffamatoria condotta per anni da esponenti del Pd. La ragione è che non condividevo le scelte che facevano Sateriale, Tagliani e soci, apertamente in contrasto con le promesse di cambiamento fatte ai cittadini ed inoltre combattevo tenacemente per realizzare gli obbiettivi per i quali ero stato assunto. Se invece di lavorare avessi letto il giornale tutto il giorno, non solo avrei completato il mio mandato, ma ne avrei fatto un secondo. Per Calvano questo sarebbe stato più etico, visto che nessuno si sarebbe accorto dello spreco.

Ciò che dovrebbe indignare gli elettori del Pd ed il suo segretario (ma così non è, per questo egli rappresenta il “vecchio”), è il fatto che un sindaco ed un vice sindaco decidano di danneggiare la comunità, privandola anche di una speranza di cambiamento, solo per liberarsi di un personaggio scomodo e non integrabile nel sistema partitico, senza che la Corte dei conti abbia mai aperto un procedimento a carico dei responsabili di tale spreco. Calvano sostiene che avrei dovuto rinunciare volontariamente all’indennizzo contrattuale per la revoca anticipata, dopo essere stato cacciato senza motivo da un lavoro, per il quale avevo rinunciato ad una professione che mi piaceva e ad una retribuzione più elevata di quella percepita in Comune. L’approccio di Calvano è talmente comico e dannoso per la credibilità del Pd, da suscitare stupore il fatto che nessun dirigente di quel partito, e qualcuno pure c’è, glielo abbia segnalato. Il segretario del Pd dovrebbe ammettere i gravissimi errori compiuti dal Pd nella vicenda di Cona e chiedere scusa ai ferraresi. Finché non lo farà, il Pd non sarà una forza politica credibile a Ferrara. E’ vergognoso che dopo vent’anni di disagi per i cittadini e costi altissimi per la comunità, a fronte del più grande scandalo della sanità nazionale, Calvano pensi di sfuggire al giudizio dei cittadini, sulle gravissime responsabilità ed incapacità di gestione del suo partito, puntando goffamente il dito proprio su chi fu cacciato nel 2002 da Sateriale e Tagliani, perché non condivideva le scelte da essi compiute.

Nel gennaio 2001 (come city manager assunto nell’aprile del 2000) partecipai ad una riunione convocata dal sindaco, con Montaguti, sua moglie e l’ingegnere capo del Comune Fulvio Rossi, nel corso della quale, dopo aver espresso forti perplessità sull’ipotesi del leasing avanzata da Montaguti, sollecitai all’azienda ospedaliera, che gestiva in totale autonomia gli appalti, il programma dettagliato dell’operazione, con tempi e costi di progettazione ed esecuzione lavori. Nello stesso periodo individuai, su richiesta del sindaco, evidentemente poco convinto da Montaguti, una società di ingegneria che controllasse l’avanzamento del progetto per conto del Comune. Ebbene i programmi dal Sant’Anna non arrivarono mai, nè Sateriale affidò mai l’incarico per il quale mi attivò. Nei mesi successivi cercai in più occasioni di spiegare al sindaco che sarebbe stato impossibile aprire l’ospedale entro il 2004, per le ragioni successivamente rese pubbliche dai miei articoli (es. errori procedurali confermati dall’autorità per la vigilanza dei lavori pubblici, con delibera del 4.12.2002) e gli suggerii le soluzioni tecniche più idonee per dare una risposta credibile, sia ai tempi che alla carenza di risorse finanziarie. Da allora Sateriale mi tagliò fuori da tutti gli incontri su Cona e, a partire dalla primavera 2001 (ricordo che nel febbraio  Sateriale aveva pubblicamente annunciato alla città il ridimensionamento del city manager), si avvalse esclusivamente della collaborazione dell’ing. Rossi, nonostante gli avessi offerto più volte la mia esperienza e la disponibilità ad occuparmi di Cona per conto del Comune. Nel giugno 2002, dopo un anno di totale esclusione dalla vicenda, il vice sindaco Tagliani mi propose, per conto del sindaco, di lasciare il Comune ed assumere la direzione dei servizi tecnici del Sant’Anna, alle dipendenze di Montaguti. Naturalmente rifiutai ed alcuni mesi dopo Sateriale mi revocò l’incarico. Nel frattempo, come ben sanno i lettori, successe di tutto, dal leasing illegittimo, alla propaganda pagata dai cittadini sul nuovo ospedale, dai ripetuti annunci di Sateriale regolarmente smentiti sull’apertura dell’ospedale, ai pasticci sulla gara di progettazione, fino al siluramento dell’ing. Bregna, divenuto, con l’occasione, il capro espiatorio, e via così di sciagura in sciagura).

Una vicenda vergognosa quella di Cona, di cui gli elettori faranno pagare il giusto prezzo a chi ne porta le responsabilità. E stia certo Calvano che la consultazione dei cittadini, ovviamente temuta dal Pd, la farà Ppf/M5S insieme ai partiti che ci vorranno stare. Dopo che avranno parlato i ferraresi vedremo se la nostra è davvero solo “propaganda politica”.

Valentino Tavolazzi, consigliere comunale Ppf/M5S

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