Politica
5 Febbraio 2018
Tra i punti di spicco del programma ridare dignità al lavoro, puntare sulla scuola, la rivoluzione verde e il sostegno agli azzerati

Elezioni. Liberi e Uguali presenta le candidature: “Siamo alternativi alle destre”

di Redazione | 4 min

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Alberto Dolcetti, Irene Bregola ed Eulalia Grillo

di Martin Miraglia

Lotta al precariato, una nuova rivoluzione verde e una scuola diversa, sostegno agli azzerati. Sono questi i temi principali che i candidati ferraresi di Liberi e Uguali porteranno avanti per le prossime elezioni.

Il programma è stato enunciato lunedì mattina da Irene Bregola — candidata all’uninominale alla Camera — durante la presentazione delle candidature che ha visto la partecipazione di Alberto Dolcetti — membro dell’associazione Azzerati Carife e candidato nel listino alla Camera — ed Eulalia Grillo, docente di violino che invece corre per l’uninominale al Senato nel collegio che include Ferrara, Imola e San Giovanni in Persiceto.

“L’astensionismo ha raggiunto livelli preoccupanti in questa regione e in questa realtà, e quello è il nostro elettorato di riferimento: un elettorato che sta abbandonando la sinistra moderna che non sa come interpretare i temi e le istanze fondamentali dei cittadini maggiormente colpiti dalla crisi e dai problemi diffusi che sono entrati nel nostro programma elettorale”, spiegano i candidati che puntano sulla lotta al precariato con “il tentativo di restituire dignità al lavoro anche reintroducendo l’articolo 18 ed eliminando tutta la giungla contrattuale precaria, seppur continuando a considerare la necessità del lavoro stagionale e intermittente che però non dev’essere la forma più diffusa di lavoro”.

“Facciamo anche riferimento alla rivoluzione verde – proseguono – ovvero alla decarbonizzazione perché il carbone non può essere la principale fonte di sostentamento energetico, e alla scuola che per noi è una priorità e per questo vogliamo valorizzare il patrimonio edilizio scolastico e cancellare la ‘Buona Scuola’ che è un’aziendalizzazione di fatto che non vede più il coinvolgimento degli studenti attraverso gli organi di rappresentanza e la definizione dell’alternanza scuola-lavoro per evitare lo sfruttamento”.

LeU si definisce non contro il Pd ma contro le destre, e per certi versi questo li mette in antitesi con lo stesso Pd. “Un voto a noi non è un voto alla destra, e quando Pd lo dice si rende poco credibile nella misura in cui si predispone ad un governo di larghe intese con loro. Il Pd ha fatto accordi con la destra e li ha sdoganati anche a livello nazionale, e la destra ha un programma molto preciso. Noi ci candidiamo in alternativa a quel programma. Ci piacerebbe che accogliessero alcuni dei nostri punti del nostro programma: sono tutti attuabili, le coperture sono certe e sono contenuti di sinistra”, spiega Bregola in un botta e risposta a distanza inevitabile dopo le parole di sabato di Franceschini che citando “la pura aritmetica” anziché il partito li tacciava comunque di rendere più probabile una sconfitta della sinistra dividendo i voti tra più schieramenti.

Tra le battaglie più importanti del partito di Piero Grasso c’è poi anche il sostegno agli azionisti delle banche risolte, tanto che la candidatura stessa di Dolcetti andrebbe vista in quest’ottica. “In questo Paese – spiega lui sul punto – si è scelta una politica che ha scaricato sui piccoli risparmiatori i problemi delle banche. Noi c’eravamo rivolti a Carife perché era una realtà provinciale fuori da altre logiche. Non sono stati i ferraresi a far fallire Carife, ma gli investimenti fatti con altra gente”. Proprio per questo infatti per martedì sera al centro sociale l’Acquedotto di Corso Isonzo è previsto un incontro rivolto generalmente “agli azzerati” per discutere delle loro istanze.

Infine, per il partito, la scuola “non deve più essere un luogo soggetto alle logiche economicistiche”. A trattare il tema è Grillo, che spiega poi di essere molto arrabbiata “perché la sperimentazione del liceo breve, che doveva riguardare solo 100 licei in tutta Italia, è stata estesa ad altri 92 senza un passaggio parlamentare perché il ministero può farlo con un semplice ampliamento del bando”. “Di questo passo potremmo trovarlo normato, il liceo breve”, continua Grillo, “con un atteggiamento di abbreviare sempre di più il tempo scuola per poi alla fine formare dei disoccupati un anno prima. La logica della fretta si capisce solamente nell’ottica della rincorsa alla globalizzazione che porta a schiantarsi. Non si tiene più conto di quel tempo fondamentale che serve ai ragazzi per l’assimilazione, il pensiero e anche un po’ all’ozio”.

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