Lettere al Direttore
1 Febbraio 2018

Odissea dalla guardia medica

di Redazione | 3 min

Si chiama ‘Servizio di continuità assistenziale’ in realtà è il nuovo dottore telefonico! Tra un po’ forse ci sarà la chat e la app da scaricare? Scrivo perché tutti possano sapere che la guardia medica ormai non visita più (salvo che il sabato e la domenica pomeriggio), è una centrale telefonica che elargisce consigli su come somministrare ed assumere farmaci da banco. Nient’altro.

L’altra sera alla presenza di testimoni del 118 e delle guardie giurate in servizio, io e mio figlio di 10 anni con il mal d’orecchi, prima abbiamo dovuto supplicare ‘l’operatore telefonico’ di guardia di farci entrare per essere visitati. La durata della prima telefonata è stata di 15/20 minuti durante i quali l’operatore si è rifiutato di dirmi il proprio nome invitandomi a recarmi all’Asl la mattina seguente per saperlo e con fare da esperto operatore telefonico ha cercato in tutti i modi di dissuadermi dal voler far visitare mio figlio ritenendo più opportuno, in base alla telefonata (non per altro!) far assumere al mio bambino degli analgesici per via orale!

Nello stesso tempo che abbiamo perso al telefono avrebbe fatto in tempo a visitarci, ma tant’è! E dire che avrei dovuto essere al telefono con un medico?! Dopo varie suppliche umilianti, e la patetica pantomima di dover richiamare il numero verde tramite il telefono della guardia giurata in portineria, siamo stati fatti ‘accomodare’ nel corridoio dell’ex Sant’Anna di corso Giovecca con il preavviso di prepararci ad attendere, perché erano molto occupati al telefono.

Soli, come dei poveri disgraziati, veniamo lasciati ad attendere di fronte alla porta a vetri di ingresso agli ambulatori nel corridoio tipo Shining illuminato dai neon dell’ex Sant’Anna. Non c’è anima viva. Solo noi. L’umiliazione e l’indignazione di essere trattati così è ai massimi livelli. Ma l’operatore telefonista non cede, ormai sento che è una sfida, deve farcela pagare. Mio figlio è stanco, sente che sono alterata, tesa e arrabbiata. Ha mal d’orecchi, il luogo lo spaventa e nessuno ci apre. Piange.

Suono ripetutamente ma niente. Richiamo l’operatore telefonico, o dottore che sia, ma la storia è sempre la stessa, ricomincia il disco che non hanno tempo di visitarlo, che non è previsto l’ingresso di pazienti, che devono rispondere alle telefonate e se ‘io ritengo che sia meglio essere visitati devo aspettare’…, altri 15 minuti di telefonata inutile e la porta sempre sbarrata! Sono sbalordita, non vuole aprirci ma esita a mettere giù il telefono per la mia richiesta di aiuto…, ma alla fine mi mette giù!

E non apre. Non gli interessa nulla che ci sia un bambino che piange per il mal d’orecchio seduto in un freddo ed inospitale corridoio, dice che non sa che farci, questo è il protocollo (che tristezza), se voglio me ne posso andare al pronto soccorso. Altrimenti possiamo aspettare. Intanto sono già passati 45 minuti.

Cari lettori, sappiate che questo è il servizio, nulla di più, questo è il modo in cui veniamo trattati. Ma che ce ne facciamo mi chiedo? Questo è il modo in cui ci mettono a posto: con una telefonatina. A niente vale avere il rispetto di non andare al pronto soccorso per evitare di intasare l’ospedale. No, meglio andar là perché se poi è un codice bianco, sono 80 euro di ticket… tutto budget, solo soldi. L’etica non esiste più! Me ne ricorderò quando andrò a votare.

Con l’augurio che siano presi dei provvedimenti affinché queste spiacevoli ed imbarazzanti situazioni non accadano mai più, chiedo gentilmente di pubblicare la mia lettera.

Lettera firmata

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