Attualità
21 Gennaio 2018
Dopo 28 anni la palazzina è stata riconsegnata ai ferraresi. Il sindaco Tagliani: "Simbolo di rilancio"

Il Mof cancella il prefisso ‘ex’ e riapre le porte alla città

di Redazione | 2 min

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di Simone Pesci

D’ora in avanti tornate a chiamarlo Mof. La palazzina di corso Isonzo che ospitava il mercato ortofrutticolo, infatti, è stata riconsegnata alla città, cancellando di fatto il prefisso ‘ex’. Dopo 1 anno e mezzo di lavori – iniziati l’1 luglio 2016 – il Mof ha riaperto le porte, chiuse in realtà da 28 anni. Al piano terra l’edificio ospiterà l’Urban Center e alcuni uffici comunali, mentre al piano superiore dal 17 marzo troverà casa l’Ordine degli Architetti di Ferrara, le cui stanze devono ancora essere arredate.

All’inaugurazione ufficiale, sotto gli ‘occhi’ degli affreschi di Cattabriga, il sindaco Tiziano Tagliani ha espresso tutta la sua soddisfazione, perché “questo è un posto che sta a cuore a moltissimi ferraresi”, che lo hanno reso “uno dei luoghi più frequentati quando era il mercato ortofrutticolo e non c’erano i supermercati”. Come rivela lo stesso sindaco il Mof “è solo il primo di una serie di edifici che saranno restituiti alla città nei prossimi mesi”. E se fino a pochi anni fa “era simbolo di degrado della città, oggi diventa simbolo di rilancio, a due passi dal Meis e dalla Darsena”.

È dello stesso avviso l’assessore regionale Patrizio Bianchi, che sottolinea come in Emilia Romagna si stanno facendo “delle operazioni di recupero di quell’edilizia che era tenuta un po’ di lato: avevamo quasi vergogna a passare davanti all’ex Mof. La città diventa sempre più bella e più fruibile”. “La città si è riempita di ponteggi – esordisce l’assessore ai lavori pubblici Aldo Modonesi -, che abbiamo cercato di rendere scenografici: perché se qualche cantiere finisce qualche altro inizierà”.

La ristrutturazione del Mof, rivelano all’unisono Tagliani e Modonesi, è partita con l’idea di trasformare i fondi “della gestione dell’emergenza del terremoto”, in una “occasione di rilancio dei nostri palazzi, dei nostri musei e delle nostre biblioteche”. Il Mof sarà quindi al centro di un’area in continua trasformazione: “Grazie ai fondi delle ‘Periferie Urbane’ siamo nel cuore di una zona che nei prossimi anni vedrà le mutazioni più significative”.

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