Politica
19 Gennaio 2018
Iscritti ed ex iscritti delusi e pronti al benservito: "Siamo voti in libera uscita". La Giunta sottoscrive, ma manca il vice.

I dem laghesi fuggono con Romanini, “Il Pd non ci rappresenta più”

di Redazione | 3 min

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Lagosanto. Non solo la giunta: a fare quadrato attorno al sindaco Maria Teresa Romanini anche i dem laghesi, pronti a seguire l’esempio del primo cittadino salutando il Partito Democratico che per anni li ha visti tra le proprie fila, attivi nella politica locale presente e passata, ma anche nella vita associativa di un Comune che storicamente – almeno fino ad oggi – è un inespugnabile feudo Pd.

“Un gruppo di uomini e donne che intende ribadire la più viva solidarietà al proprio sindaco per la sua decisione” scrivono in una lettera inviata alla stampa. “Siamo quasi tutti iscritti al Pd, più alcuni simpatizzanti che hanno deciso da tempo di non rinnovare più la tessera”.

Prima di giungere al benservito però, il gruppo in questione non manca di ‘presentare il conto’ al partito. “Riteniamo che le questioni politiche brillantemente poste da Romanini ci siano tutte, e che abbia colto molto bene il disagio nostro e di tantissime altre persone che si trovano come noi di fronte ad una involuzione del Pd”.

“Doveva essere un partito profondamente democratico, che includeva e coglieva il meglio delle tradizioni politiche e culturali della società progressista italiana. Ha ragione il segretario Luigi Vitellio quando dice che il Pd ha mutato la sua natura: esso è sempre più un partito di plastica, assente dai circoli, che ha espropriato la discussione di base per diventare sempre più devoto al leader”.

“La delusione di fronte all’ultimo congresso – continuano – è stata la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso: volevamo un congresso vero, con una grande discussione su temi controversi come il lavoro, la sanità, la scuola, la globalizzazione senza regole, sulla solidarietà eccetera. Una discussione che avesse la spinta di coinvolgere il Paese intero, invece tutto si è ridotto ad un’asfittica partecipazione di pochi, con tutto già scritto, per ritrasformarsi poi in una conta pro Renzi, con tessere e votanti dell’ultima ora”.

“La nostra concezione è ben diversa: crediamo in un partito aperto, pluralista e di massa, non ci sentiamo più rappresentati politicamente dal Pd e tutti noi siamo voti in libera uscita, pur rimanendo uomini e donne di sinistra”.

“Troviamo clamoroso, al limite dello scherzo, che dopo un anno di divisione politica nel Paese, per merito di un referendum perso clamorosamente, non si sia aperta una discussione seria e pacata. Tutto è stato archiviato in fretta. Chissà perché”.

“Per essere di sinistra in questi anni in Italia ed in Europa – conclude il gruppo – crediamo che attraverso un’intelligente e anche aspra discussione tutti debbano essere messi nelle condizioni di dare un contributo; proprio così nascono i gruppi dirigenti ed i più bravi son sempre stati quelli che sono riusciti a fare sintesi ed unità tra idee diverse”.

A firmare la lettera di sostegno Veronica Trombini, Matteo Bulgarelli, Anna Menegatti, Andrea Finessi, Elisabetta Tagliatti, M. Oliviana Carletti, Stefano Albieri, Marco Rolfini, Giovanna Romanini, Raffaele Barboni, Marco Rolfini, Fabio Gadda, Silvio Stagni, Ido Bulgarelli, Giorgio Bigoni, Ilaria Turri, Stefano Guerrini, Massimo Marinelli, Clares Valieri, Alessandra Chiodi, Alberto Chiodi. E gli assessori Irene Bigoni, Diana Chiodi e Antonella Mazzotti.

Manca all’appello il vicesindaco Davide Bigoni (Pd).

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