Non c’è tanto da ridere e neppure scherzare (alla Crozza!!!) circa la nuova “tassa” sui sacchetti di frutta e verdura che ci siamo visti applicare con sorpresa da inizio anno insieme a tutti gli aumenti “fisiologici”…….
Come al solito si vuol far rispettare la legge a suon di bastonate (anche il genitore più sprovveduto sa che non si educano i figli a bastonate!!).
Anziché iniziare seriamente a far qualcosa per sostituire la plastica con altri materiali non inquinanti ( partendo dal produttore e distributore), siccome siamo arrivati alle strette con le normative Europee, il nostro governo ha ben pensato di emanare in fretta e furia inserendo nel Testo del decreto-legge 20 giugno 2017, n. 91, coordinato con la legge di conversione 3 agosto 2017, n. 123 recante: “Disposizioni urgenti per la crescita economica nel Mezzogiorno”… che ci sta come i cavoli a merenda…, una serie di articoli che riportano tutta una serie di provvedimenti per disincentivare l’uso del materiale plastico iniziando a bandire da ogni punto vendita il famigerato sacchetto di plastica. Ma non quello che Bonduelle usa per distribuire le sue insalatine e i tanti altri usati nei confezionati (carote, rapanelli, arance, limoni, etcc…) ma quelli messi a disposizione per raccogliere, pesare, prezzare e portarsi a casa la frutta e verdura venduta “sfusa” .
Sono d’accordo che le shopping per la spesa si debbano far pagare a chi è tanto sprovveduto da non portarsele da casa ma il sacchetto che per forza dobbiamo usare per gli alimentari sfusi è una vera presa per i fondelli.
Basta poco per non creare nervosismi: anziché chiamarla TASSA perché non chiamarla CAUZIONE , così si paga una volta sola e ad ogni restituzione si ha diritto ad un nuovo sacchetto.
Non è più semplice e sicuro? Si perché state certi che saremo noi i primi ad eseguire fedelmente la procedura e nessun sacchetto verrà lasciato in giro quando si traduce in costo anche solo di pochi centesimi (che alla fine dell’anno poi diventano tanti…) .
Oppurre perché non sostituire il sacchetto di plastica con quello di carta come si usa per il pane!!! Dov’è il problema?
Naturalmente direte che: “è la legge”, ma se i consumatori sono scontenti non tornerà utile a nessuno.
Quindi anziché sempre subire perché non proporre soluzioni diverse?
Le Associazioni dei consumatori, in questo caso, dove sono???
La sensazione è che si vuol far credere alla gente che il tutto parte da un’idea ecologica di rispetto dell’ambiente quando invece è un modo per distrarci da problemi più grossi e come al solito c’è chi da questa storia ci guadagna.
Claudia Benini