Giornata del rifugiato. Perego: “Superiamo la paura di essere invasi“
Michelina Grillo ricorda il padre: “Accoglienza si realizza nell’apertura all’altro, nel farlo entrare nelle nostre vite”
- il vescovo di Ferrara Gian Carlo Perego
di Mattia Vallieri
Accogliere, proteggere, promuovere e integrare. Sono questi i quattro verbi utilizzati da monsignor Perego, e già elencati da papa Francesco, per raccontare ai suoi parrocchiani l’importanza della giornata mondiale del migrante e del rifugiato.
Quattro verbi, definiti “concreti e realistici, frutto dell’esperienza cristiana in questo secolo di pastorale migratoria”, che il Vescovo ha spiegato durante la sua omelia: “Accogliere significa curare, strade legali sicure d’ingresso in un paese, anteponendo la sicurezza della persona a quella dei confini degli stati; proteggere la persona migrante favorendone la loro libertà di movimento, con particolare attenzione alla tutela della vita e ai minori non accompagnati; promuovere significa accompagnare le persone in modo che possano esprimere il meglio di sé; integrare vuol dire impegnarsi per un lavoro interculturale, il dialogo ecumenico e interreligioso, contribuendo a vincere inutili e dannose fobie che vedono il nemico dappertutto e non un fratello come ci ricorda il Concilio Vaticano II”.
Durante la messa ampio spazio è stato dato alla musica ed ai canti africani grazie ad un coro composto da giovani ragazze e ragazzi di colore.
“Cento anni fa iniziava l’ultimo anno di una guerra mondiale, la prima, che ha fatto conoscere all’Italia e all’Europa il dramma dei profughi: 16 milioni 681 mila in Europa, di cui 1 milione e 200 mila in Italia” ha introdotto Perego, ricordando che “Benedetto XV, oltre a condannare l’inutile strage, diede vita ad una grande azione di preghiera di solidarietà della Chiesa attraverso la nascita della giornata per i migranti e profughi nel 1915, che porterà alla tutela e sostegno solo in Italia di 300 mila persone. L’azione diplomatica del papa, unita alla grande solidarietà per i profughi, porterà alla definizione di status di richiedente asilo. Da allora, ogni anno, la Chiesa ha continuato nella preghiera e nella solidarietà per i profughi ed i rifugiati di ogni guerra, aggiungendo ad essi la tutela e protezione internazionale dei perseguitati, dei profughi ambientali e delle vittime di tratta”. Secondo il monsignore “le giornate mondiali del migrante sono stati una chiamata a riconoscere e servire il Signore”, una chiamata che “si ripete anche oggi e che si declina alla parola incontro. Ogni forestiero che bussa alla nostra porta è un incontro con Gesù Cristo, il quale si identifica con lo straniero accolto o rifiutato di ogni epoca”.
“Chiediamo al Signore di vincere la paura dell’incontro, ma soprattutto una lettura non cristiana dell’incontro” chiosa il vescovo estense, ribadendo le parole di papa Francesco e indicando l’ideale cristiano come invito “a superare il sospetto, la sfiducia permanente, la paura di essere invasi e gli atteggiamenti difensivi. Il realismo della dimensione sociale del Vangelo educa all’incontro con gli altri. ‘Venite e vedrete’ oggi diventa un invito ad ognuno di noi a seguire l’ideale cristiano con libertà e coraggio”.
A chiusura della santa messa si è svolta, presso la sala del sinodo del palazzo Arcivescovile, la cerimonia di premiazione delle scuole superiori ferraresi del concorso Giovanni Grillo. Un concorso che ha visto le diverse scuole confrontarsi appunto sul tema immigrazione ed, in diversi elaborati, il comune denominatore è stato il concetto del viaggio (la sofferenza di chi è costretto a scappare dalla proprie case) e della comparazione dello status attuale del migrante con quella degli ebrei deportati durante l’olocausto.
“Il filo che unisce la condizione dei rifugiati e la figura di mio padre è la storia dei tanti che nel ’43 furono costretti ad un viaggio forzato e di chi ancora oggi è costretto a fuggire da torture e morte certa: entrambi con una sofferenza indicibile nel cuore” spiega Michelina Grillo, che poco prima aveva lasciato alla platea un ricordo commosso ed emozionante del padre Giovanni (militare italiano deportato nei campi di concentramento tedeschi). La stessa Grillo ha precisato che “questo incontro non finisce qua. Deve servire perché, una volta tornati a casa, possiate pensare di migliorare il futuro del mondo. Accoglienza si realizza nell’apertura all’altro, nel farlo entrare nelle nostre vite”.
“Sono grato a questo premio perché ci ha aiutato ad entrare nel tema superando paure e sentito dire riguardo ad un fenomeno che sta trasformando i luoghi dove viviamo” ha affermato monsignor Perego, concludendo con l’auspicio che “l’incontro può risollevare il tessuto della città, mentre la conflittualità lo distrugge”.
Di seguito l’elenco degli elaborati risultati vincitori:
-I° premio ‘Un fiore può fare la differenza’ della 3a G del Liceo Roiti
-II° premio ‘’Il viaggio’ della 3a G del Liceo Roiti
-III° premio ex aequo ‘Non annegare le speranze’ della 5a G dell’istituto Einaudi e ‘Guardami suonare’ 4a G istituto Einaudi
Meritevole di menzione ‘Trattati come un peso, accolti come un dono’ della 1a L Carducci.