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15 Gennaio 2018
L’idea espositiva parte da una lunga ricerca fatta dalla storica dell’arte Serena Baccaglini

Guernica, icona di pace a Pieve di Cento

di Redazione | 2 min

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Pieve di Cento. Il museo Magi ’900, di Pieve di Cento, dopo l’esposizione al Senato della Repubblica, ospita, fino al 28 febbraio 2018, la suggestiva esposizione “Guernica, icona di pace” dedicata al cartone realizzato da Pablo Picasso, raffigurante la sua opera capolavoro, da cui è nato l’arazzo esposto all’ingresso della sala del Consiglio di Sicurezza dell’Onu.

L’idea espositiva parte da una lunga ricerca fatta dalla storica dell’arte Serena Baccaglini che, nel corso dei suoi studi dedicati al grande artista spagnolo, scoprì una eccezionale collaborazione a tre – frutto di una altrettanto eccezionale amicizia – tra Pablo Picasso, Nelson Rockfeller, uno dei più grandi mecenati del Novecento, e l’artista Jacqueline de la Baume Durrbach, che ricreò e tessè il dipinto di Guernica mediante l’antica arte dell’arazzo.

Per comprendere la portata di questa straordinaria vicenda occorre fare un preliminare passo indietro, partendo dalla storia dell’olio di Guernica, oggi al Museo Reina Sofia di Madrid.

Guernica è l’opera che meglio di ogni altra testimonia la partecipazione appassionata di Picasso alla sofferenza umana e il suo furente giudizio morale sulla violenza sanguinaria.

Oggi, l’archivio Rockfeller di New York – oltre alle modalità tecniche per realizzare l’arazzo, fatto sotto la completa supervisione e direzione di Picasso, che scelse personalmente le undici nuances utilizzate per dare colore all’arazzo rispetto al dipinto che l’Artista creò bianco, e grigio per rievocare le cruenti immagini riportate nelle foto monocrome dei quotidiani di Parigi, dove Picasso si trovava all’epoca dei fatti – contiene memoria di quel luogo e fruttuoso accordo tra i tre protagonisti, durato diciotto anni, dal 1955 al 1973, anno della morte di Picasso, e che favorì la nascita di una collezione unica in cui ventisei opere dell’artista spagnolo vennero trasformati in arazzi “per poter portare la bellezza alla gente”, secondo l’espressione usata da Rockfeller per descrivere il progetto.

Quando Rockfeller, nel 1974, assunse la carica di vicepresidente degli Stati Uniti, gli arazzi – incluso Guernica – furono portati nella sua residenza di Kykuit (Stato di New York) e, nel 1985, la moglie Happy, sei anni dopo la morte, decise di consegnare l’arazzo di Guernica alle Nazioni Unite perché il forte messaggio iconico evocativo sull’orrore della guerra potesse essere continuo e costante.

Il museo Magi ‘900, nato nel 2000, dalla passione e dalla visione culturale dell’industriale Giulio Bargellini, è oggi il più grande museo europeo privato dedicato alla documentazione, studio e valorizzazione delle generazioni artistiche italiane del Novecento.

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