Sbandano con la moto. Due feriti in via Calzolai
Schianto con feriti a Malborghetto di Boara, dove - nella serata di giovedì 1° maggio - una motocicletta su cui stavano viaggiando due persone è andata a sbattere autonomamente contro un guardrail
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Dici Primo Maggio ed è subito “rivolta sociale” la parola che sceglie il segretario generale Fiom Cgil-Ferrara Stefano Bondi per descrivere in che cosa consiste la festa dei lavoratori anche quest’anno. E ci tiene a specificare che il significato che attribuisce a questo concetto è rigorosamente democratico, ovvero che a partire dai referendum dell’8 e 9 giugno “si potranno cambiare concretamente le cose"
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di Serena Vezzani
Sant’Agostino. Sono state celebrate oggi le esequie di Armando Checchi detto il “pittore”, venuto a mancare mercoledì 27 intorno alle 15, a seguito di un infarto mentre era nella sua abitazione di via Statale a Dosso. A trovarlo è stata la madre, ma a nulla sono serviti i tentativi di rianimazione dei soccorsi. Armando è stato poi trasportato alla camera mortuaria dell’ospedale Santissima Annunziata di Cento.
Armando Checchi aveva 64 anni, era laureato all’accademia di Belle arti di Urbino e docente di storia dell’arte, e lascia la figlia Chiara, di 20 anni, il fratello Ezio e la cognata Cristina, i nipoti Serena e Lorenzo e la madre Alda.
A celebrare la funzione presso una chiesa di Sant’Agostino affollata di gente, don Gabriele Carati, parroco di Dosso e di Corporeno, che ha ricordato Armando come una persona che “ha sempre cercato di dispensare impegno e forza in ogni momento della sua vita, donando un sorriso a tutti quelli che ha incontrato” e come “abbia dato risalto a Dosso: fin da quando sono arrivato era considerato la ‘Cenerentola’ del paese, perché con il suo Rifugio degli artisti si è distinto da subito: era il luogo in cui la sua arte e la sua realtà hanno avuto voce”.
E infatti il suo “Rifugio degli artisti”, arredato con un gusto artistico unico, è sempre stato, dall’anno della sua fondazione, punto d’incontro e suggestiva cornice per numerosi eventi, un museo dei cimeli raccolti nei suoi tanti viaggi e un affascinante mondo di mistero e magia. A lui si deve il decollo di molti locali della zona anche soltanto grazie al suo nome: dal 1992, dopo aver ricostruito il pub Paradiso, a cui sono seguiti la pizzeria Purgatorio e il ristorante Inferno, sono stati in tantissimi, anche da oltreconfine, a visitarlo e a restarne affascinati.
Un personaggio, quello del “pittore”, che ha quindi indissolubilmente legato il suo nome a Dosso: e don Gabriele ha sottolineato come “la chiesa, costruita al crocevia tra i suoi tre locali, fosse un annuncio della sua religiosità, sempre così orgogliosamente ostentata nella croce che portava al petto”.
La salma di Armando è stata poi tumulata al cimitero di Dosso: “Un ultimo addio a una persona che ha lasciato un segno indissolubile nella nostra vita, e che rimarrà sempre nel cuore di tutti quanti”.
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