Economia e Lavoro
23 Dicembre 2017
I dati dello studio Unioncamere-Nomisma-Evet presentati a Bologna

L’Emilia Romagna cresce più di tutti

di Redazione | 3 min

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L’Emilia-Romagna cresce producendo ed esportando di più. Attrae nuovi investimenti industriali e tecnologici, anche esteri, rafforzando una tendenza basata su saperi, alte professionalità e condizioni istituzionali e socio-economiche presenti nel territorio regionale. E, soprattutto, continua a veder calare la disoccupazione, rendendo concreto l’obiettivo della piena occupazione al 2020. Con un aumento del Pil dell’1,7% stimato da Prometeia per fine anno, l’Emilia-Romagna si conferma la prima regione italiana per ritmo di crescita insieme alla Lombardia. Spinta, nel terzo trimestre dell’anno, sia dall’aumento del 2,9% della produzione industriale regionale sia dall’export, che solo per l’industria manifatturiera ha registrato un +6%, per oltre 43 miliardi di esportazioni. Crescita che continua ad avere diretti riflessi sul mercato del lavoro: nei primi nove mesi del 2017 la disoccupazione è al 6,4% rispetto al 7,1% nello stesso periodo del 2016, mentre a livello nazionale è passata dal 11,5% all’attuale 11,2%. Ma le stime sull’intero anno dicono che il 2017 potrebbe chiudersi con una disoccupazione al 5,9%. Il tasso di occupazione raggiunge così il 68,7%, con il tasso di occupazione femminile al 67,2%, il più alto del Paese insieme a quello del Trentino Alto Adige.

Sono questi alcuni dei dati contenuti nel Rapporto 2017 sull’economia regionale dell’Emilia-Romagna, realizzato in collaborazione tra Unioncamere e Regione e col contributo di Nomisma e Ervet, presentato a Bologna al Centro Congressi di Fico Eataly World.

“Sono numeri da cui emerge la conferma di una regione che è prima in Italia per il terzo anno consecutivo per crescita, tasso di attività, export – ha commentato il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini-. Una realtà in costante progresso, con la disoccupazione che due anni fa era al 9% e oggi scivola verso il 6%. Una terra in cui, per quanto riguarda l’attrattività di imprese, possiamo dire che la situazione non è mai stata migliore. Non basta, non ci basta, c’è ancora tanto da fare ma questa è la direzione giusta verso una nuova crescita sostenibile, basata su tre grandi pilastri: manifattura, cultura e formazione, turismo”.

“L’Emilia-Romagna va molto meglio della media italiana- ha sottolineato Romano Prodi, a margine della presentazione del Rapporto-, va bene ed è solida ma non dobbiamo limitarci a essere soddisfatti, perché c’è bisogno di più ricerca, più scuola, bisogna aiutare con ogni mezzo questo grande passaggio verso il nuovo”.

“Questi numeri- ha detto Alberto Zambianchi, presidente Unioncamere Emilia Romagna- indicano che si è trattato di un anno positivo, considerato che la crescita si va diffondendo in quasi tutti i settori e coinvolge un numero sempre maggiore di imprese. Questi risultati sono frutto di un lavoro di squadra dove ciascuno, imprese, istituzioni e sistemi della rappresentanza ha portato il proprio prezioso contributo. Sono numeri su cui costruire una nuova fase di sviluppo che, come nel nostro passato, sia in grado di conciliare crescita economica e coesione sociale”.

 

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