Cronaca
16 Dicembre 2017
Il libero professionista era anche un insegnante e versava contributi all'istituto di previdenza, alla sua gestione separata e alla cassa professionale

L’Inps condannato a restituire i contributi indebitamente chiesti a un architetto

di Redazione | 1 min

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Niente versamenti alla gestione separata Inps se il libero professionista che è anche dipendente pubblico è regolarmente iscritto alla cassa di previdenza professionale.

A stabilirlo è il giudice del lavoro di Ferrara in una sentenza che condanna l’Inps a risarcire un architetto ferrarese difeso dall’avvocato Pamela Palazzi.

L’architetto è un libero professionista iscritto regolarmente all’Inarcassa e al quale versa sia il contributo soggettivo che quello integrativo. Dal 2007 ha iniziato l’attività di insegnante a tempo indeterminato come attività prevalente, con regolare iscrizione prima all’Inpdap e poi all’Inps che assorbito la prima.

Il ricorrente aveva continuato a versare a Inarcassa il contributo integrativo, mentre l’Inps pretendeva che i versamenti prodotti dall’attività libero-professionale venissero effettuati alla sua gestione separata (cosa che l’architetto ha peraltro fatto).

L’avvocato Pamela Palazzi

Ma, grazie all’intervento dell’avvocato, il giudice del lavoro di Ferrara ha ritenuto che l’architetto (e questo vale anche per gli ingegneri) non può essere assoggettato ad ulteriore contribuzione alla Gestione Separata se in possesso di alcuni requisiti congiunti, ovvero l’iscrizione ad un albo professionale e assoggettamento a contribuzione integrativa obbligatoria per legge e l’assoggettamento ad altra forma di previdenza obbligatoria quale dipendente pubblico (dunque in questo caso Inpdap e ora Inps).

Il giudice ha quindi ordinato la cancellazione del ricorrente dall’iscrizione alla gestione separata Inps e condannato l’istituto a restituire all’architetto le somme indebitamente versate.

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