Politica
12 Dicembre 2017
Gol attacca la carta smeraldo, l'amministrazione difende la tariffa puntuale: "Abbandono di rifiuti è problema comune, ma costa meno del porta a porta"

Calotte, Rendine: “Cittadini autorizzati a mettere i rifiuti fuori dai bidoni”

di Redazione | 5 min

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È stato l’ordine del giorno presentato dal capogruppo Gol Francesco Rendine sulle calotte il punto sul quale più si è scaldato il consiglio comunale di Ferrara — che ha approvato comunque anche alcune modifiche al piano operativo comunale e l’ampliamento dell’uso dei locali della scuola Aleotti per il centro di formazione provinciale per adulti —, riunitosi lunedì pomeriggio dopo il concerto natalizio degli alunni delle scuole dell’obbligo davanti all’assise municipale.

Prima della discussione sulle calotte però ad attirare l’attenzione durante il question time è stata una domanda posta all’amministrazione da Ilaria Morghen (M5S) sulla soppressione di un cane, Tecla, durante la sua permanenza al canile municipale, “nonostante ci fossero ben due persone disposte ad adottare l’animale, una delle quali con competenze veterinarie”. Immediata la risposta dell’assessore Sapigni, che ha spiegato come molteplici veterinari avessero classificato il cane come “non adottabile a causa della sua asocialità” e che gli fosse stata diagnosticata anche una forma di osteosarcoma. “Questo tipo di valutazioni poi spettano solo ai veterinari e non ai gestori della struttura”, ha aggiunto Sapigni rigettando la domanda dei Cinque Stelle che si chiedevano “se fosse opportuno affidare ancora in futuro la struttura alla stessa associazione”.

E poi arriva il tema caldo, le calotte. “Il Comune non ha ancora deciso la tassa dei rifiuti nonostante in questo momento siamo già obbligati a conferire con la carta smeraldo. È stato tutto fatto in modo estremamente dilettantistico, perché i cittadini sono autorizzati a mettere i rifiuti fuori dai bidoni perché non c’è un atto ufficiale del Comune che dice che non si possono mettere altrove, ed è giusto che i cittadini lo sappiano”, ha detto poi Rendine avviando il dibattito sulle calotte, spiegando come il regolamento di Polizia Municipale prima vieti di abbandonare rifiuti e poi ammetta il conferimento di quelli ingombranti fuori dai contenitori “ma ingombranti non è un termine assoluto, prima erano cose più grandi di un metro quadrato, ora più di trenta litri”. “Il risultato poi – ha aggiunto Rendine – è che Hera ha trovato un modo bellissimo per far lavorare i cittadini evitando di fare un lavoro che le spettava senza garantirci che si andrà a spendere meno. Cosa conta allora il consiglio comunale?”.

L’odg di Rendine trova il favore dei Cinque Stelle, con Marcucci che spiega come la scelta delle calotte “aveva criticità ben note: l’abbandono dei rifiuti e il degrado del materiale recuperato. L’abbandono poi è la parte più pesante perché gli esperti notano che questo costo va ad incidere sui cittadini con voci non sempre esplicitate, e il costo dell’acquisto e del noleggio dei materiali potrebbe ricadere sul futuro gestore perché Hera è in scadenza, e quando i produttori dicono che si spende il 20-30 percento in meno non tengono conto di come il trattamento dei rifiuti ha costi maggiori per lo smaltimento degli inquinanti. Tutte cose che si sapevano e che ora stiamo pagando”.

Inoltre, sempre sull’abbandono, “c’è una delibera di giunta che avvia una convenzione tra Comune ed Hera per l’utilizzo delle guardie giurate volontarie contro questo fenomeno e prevede un contributo di Hera di 20mila euro l’anno. Spero di sbagliarmi ma credo siano le stesse guardie della convenzione con la questura quando anche il questore si espose per dire che avrebbero potuto essere di aiuto nel controllo di situazioni pericolose come nella zona Gad”.

Di tutt’altro avviso invece l’assessore Caterina Ferri: “Non è vero che aumenta il beneficio di Hera – tuona – visto che dal 2014 la tariffa è rimasta invariata o calerà come nel 2018, e tutto si può dire meno che la decisione sia stata affrettata: le prime commissioni consiliari risalgono al 2015, poi sono arrivate le leggi regionali, gli esperti, gli studi di fattibilità e quant’altro. Dalla sperimentazione di Pontelagoscuro poi sono emerse criticità ma relative a tutti i cambiamenti di gestione dei rifiuti, basta vedere le rassegne stampa di Parma quando passò al porta a porta. Col sistema a regime poi non ci sarà nessuna barriera all’ingresso per chi vorrà proporsi una volta che Atersir farà il bando”.

Sull’abbandono invece “è un problema comune anche ad altri sistemi di raccolta, ma non per questo dobbiamo rassegnarci alla sua ineluttabilità e la convenzione citata da Marcucci esisteva già da anni perché gli abbandoni esistevano anche da prima. Possiamo discutere del sistema ma sulla tariffa puntuale è quella cosa che determina che chi più inquina e più paga, e dal consiglio comunale è arrivato l’input ad arrivarci il prima possibile”. “Su tutto questo – conclude l’assessore – ci verrà in aiuto la proposta di Cna di istituire l’osservatorio permanente sui rifiuti al quale è doveroso partecipino anche elementi del consiglio comunale”.

Sul punto interviene anche il sindaco Tiziano Tagliani, che prima risponde a Rendine per le rime – “Se io penso poco come dice Rendine lui pensa anche meno se imposta così la sua dialettica politica” – , poi spiega come sulla tariffa puntale “i sistemi di raccolta sono due: o le calotte o il porta a porta” e per questo, dopo un confronto con comuni vicini “abbiamo verificato che in un capoluogo come Ferrara consegnare alle famiglie cinque pattumelle da raccogliere in maniera alternata avrebbe significato l’attraversamento di mezzi ogni giorno della settimana a orari poco consoni con l’attività dei ferraresi e un costo oggettivamente più alto, facendo aumentare la tariffa, e questo penalizza chi come Ferrara ha un centro storico ampio. La tariffa poi è destinata a calare perché se anche aumentano i costi è vero anche che c’è anche un aumento dei ricavi nella vendita del rifiuto. Su 23 comuni in provincia siamo quello con la tariffa più bassa dopo Argenta, e abbiamo ritenuto di fare oggi questa cosa nell’interesse della collettività perché mettere a gara un sistema mai testato da nessuno sarebbe folle”.

Una spiegazione che non convince però Fornasini (FI), che ricorda come “qualsiasi operatore che dovesse vincere la gara dovrebbe pagare immediatamente 3,7 milioni di euro ad Hera: non è vero che non è una barriera all’ingresso, mi viene il dubbio che questo sia un elemento che possa distorcere il mercato e la gara”.

Durante il voto tuttavia la maggioranza fa quadrato: l’odg infatti viene rigettato con 14 voti contrari e 10 favorevoli.

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