Attualità
10 Dicembre 2017
L'associazioine HSL: “Il certificato dei Vigili del Fuoco è in un cassetto da dieci anni”

Grattacielo ed espropri. Cosa possono fare i residenti

di Redazione | 4 min

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“Va ribadito un elemento di chiarezza nella nuvola di micidiale confusione che incombe sulle due torri cittadine ed il suo complesso di immobili”. L’Associazione HSL Tutela Grattacielo – che ha già promesso di ricorrere contro la delibera di giunta che detta il piano riqualificazione Grattacielo con l’esproprio per ragioni di pubblica utilità degli immobili– replica alle dichiarazioni di Tagliani sui possibili aiuti monetari in favore dei residenti, sottolineando che “la credibilità ed il valore delle intenzioni si misurano dagli atti scritti e non dalle buone intenzioni”.

L’associazione ricorda che l’unica soluzione percorribile è quella di un ricorso da parte dei residenti o altro atto della stessa amministrazione comunale che annulli il precedente. Fino ad allora le indicazioni offerte dall’associazione, spiega il portavoce Luca Agnelli – puntano a “difendere la propria casa, i sacrifici e i costi rappresentati da questa non attraverso le buone intenzioni espresse, ma attraverso l’adesione al ricorso al Tribunale Regionale amministrativo cosi come prevede la legge contro questo illegittimo atto d’imperio dell’autorità pubblica al fine di annullare l’atto deciso con la delibera della giunta del novembre scorso e successivamente tutti quelli che da questo seguiranno”.

In secondo luogo spingere affinché la giunta metta per iscritto “le buone intenzioni verbali espresse dal sindaco Tagliani e dall’assessore Fusari in progetti diversi da quello approvato dal bando di concorso, per il quale è stato stabilito lo specifico finanziamento governativo vincolante”.

Importante è anche “non causare attraverso l’interruzione dei pagamenti delle quote condominiali il collasso finanziario del condominio, il blocco dei suoi servizi e in particolare l’impossibilità di quegli interventi straordinari decisi nell’ultima assemblea in riferimento all’adeguamento alla normativa incendio”.

Detto questo, occorre “controllare l’avvio e l’esecuzione da subito del serio e programmato intervento deciso dall’assemblea condominiale lo scorso 6 dicembre” per l’adeguamento dell’attuale sistema antincendio “al fine del buon esito della pratica per il rilascio del certificato prevenzione incendi, sostenendo l’attività professionale svolta dai tecnici incaricati dai proprietari con l’unanimità dei 660 millesimi intervenuti”.

Infine l’ultima raccomandazione è quella di “ricevere da subito assistenza, informazioni e conferme certificate circa la sicurezza dell’edificio attuale, in merito alla puntuale manutenzione dei sistemi ed impianti tecnologici ed in particolare di sicurezza antincendio, in merito alle procedure ordinarie e di emergenza da attuare per non procurare allarme ma in ogni caso seriamente pianificare l’emergenza e scongiurare qualsiasi evento”.

Necessità di adeguamento del certificato che “per motivi ancora non logici, per quanto indirizzati dal Comando provinciale dei Vigili del Fuoco alla attuale amministratrice condominiale ed anche per conoscenza al sindaco, era rimasta nei cassetti dal 2007 e non tempestivamente portato prioritariamente come intervento da eseguire con urgenza, all’attenzione dei proprietari e non invece dieci anni dopo”.

L’associazione HSL Tutela Grattacielo si riunirà in assemblea sia oggi, domenica 10 dicembre, che il 17 presso la sala polivalente dalle ore 17 alle ore 20.

Sul tema interviene anche Alan Fabbri, per chiedere che “si trovi una soluzione condivisa. Tagliani non faccia il forte con i deboli dopo aver fatto il debole con i forti: alla Gad serviva agire con il pugno di ferro, nel Grattacielo, invece, abitano anche cittadini onesti che vanno rispettati”.

Abbattere la struttura senza raggiungere un vero punto di accordo con i residenti non è la soluzione giusta per risolvere la questione Grattacielo, secondo il capogruppo Lega Nord in Regione Emilia Romagna. “L’impressione è che il sindaco voglia spendere a tutti i costi i due milioni di euro ottenuti dal governo senza preoccuparsi troppo, in tipico stile Pd, delle economie delle famiglie che verranno coinvolte da eventuali espropri”, spiega Fabbri.

E’ vero che la zona va riqualificata, “ma lo stesso primo cittadino che non è riuscito ad intervenire in modo efficace in una zona di spaccio, da anni in mano alla delinquenza, com’è il quartiere Gad, non può ora pretendere di fare la voce grossa in una zona che, pur difficile, vede presenti tanti cittadini onesti che si sono già impegnati, personalmente, in passato per tentare di sanare la situazione gravissima in cui il Grattacielo si era ridotto”, aggiunge Fabbri, riferendosi alla questione delle spese condominiali rimaste in sospeso con Hera. “Gli standard antincendio e anche tutti gli altri parametri che riguardano la sicurezza dell’edificio devono essere assolutamente garantiti e nel più breve tempo possibile,  ma è necessario trovare un punto comune, con incontri coadiuvati da tecnici ed esperti esaminando non una, ma più soluzioni, ad un problema che riguarda tutta la città”.

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