Attualità
7 Dicembre 2017
Drammatica allerta del sindaco sulla sicurezza nelle due torri, ma non mancano le critiche sui mancati interventi di questi anni

Tagliani scuote il Grattacielo: “Un incendio sarebbe una tragedia”

di Ruggero Veronese | 3 min

Leggi anche

Quisisana e Passini sono “Imprese storiche”

Cento anni di ‘storia’ e ancora in attività  con queste motivazioni, Paolo Govoni, vicepresidente della Camera di commercio di Ferrara e Ravenna, ha premiato in una toccante cerimonia due imprese ferraresi che si aggiungono alle 16 aziende della nostra provincia già in possesso del prestigioso riconoscimento

Tre docenti Unife sono “Paladini Italiani della Salute”

Il riconoscimento è stato conferito lo scorso 18 aprile in Campidoglio a Roma, nel corso della seconda edizione del “Premio Recti Eques”, che ha celebrato i cosiddetti “Cavalieri del bene”, personalità italiane che a diverso titolo si sono distinte nella difesa e nella promozione della salute

Al via i lavori del nuovo asilo nido a Quartesana

Posata la prima pietra del futuro asilo nido di Quartesana. Si tratta di un nuovo spazio nella frazione di Ferrara, in via Tono Zancanaro, che sarà dedicato all'educazione e alla cura della prima infanzia

Dolorosa demolizione o costosissima messa in regola: é questa la scelta che si ritrovano a compiere gli abitanti e proprietari immobiliari del Grattacielo. Riuniti in assemblea molto lontano dalle due torri (per la prima volta nella storia del condominio), ovvero nello studio dell’amministratrice Tiziana Daví in viale Krasnodar.

È proprio qui che il sindaco Tiziano Tagliani interviene per spiegare nel dettaglio il reale motivo della possibile demolizione del Grattacielo. Ed é un motivo molto serio: le normative antincendio sono state trascurate per anni e i vigili del fuoco, alla fine dello scorso giugno, hanno lanciato l’allerta al Comune. Nel caso divampasse il fuoco anche solo in un appartamento delle due torri principali, per dirla con le parole di Tagliani, “ci troveremmo di fronte a una tragedia”.

E che il Grattacielo potesse avere qualche problema a livello di certificati e impiantistica non era una novità per nessuno. Ma pochi si sarebbero immaginati una situazione di immediato rischio e urgenza come quella dipinta prima dal perito tecnico e poi dallo stesso Tagliani. Il Grattacielo per come era stato concepito negli anni ‘50 presentava infatti alcuni accorgimenti antincendio che purtroppo sono andati persi negli anni.

Due in particolare: una serie di cavedi per creare ricircolo d’aria nella tromba delle scale e la presenza di doppie porte in materiale ignifugo tra appartamenti e pianerottoli. La situazione attuale é peró compromessa: le doppie porte sono state rimosse o sono usurate, mentre all’interno dei cavedi corrono ora cavi elettrici e altri ostacoli. In sostanza, le originarie misure antincendio non esistono più e  negli anni non sono state nemmeno installate le manichette (ne occorrerebbe una per ogni piano) di emergenza.

Per salvare il Grattacielo occorrono quindi due cose: circa 600mila euro, costo stimato dal perito per ripristinare e aggiornare le misure antincendio, e soprattutto la buona volontà e la trasparenza di tutti – nessuno escluso – i condomini. Il motivo é semplice: le verifiche di vigili del fuoco e tecnici pubblici sono relative alle parti comuni del palazzo, ma le situazioni all’interno dei singoli appartamenti rappresentano un discorso a parte. Chi ha installato – specialmente durante il ‘grande freddo’ di qualche anno fa – impianti a Gpl o ha collegato il gas della cucina a stufette autonome é ovviamente fuori da ogni normativa. Occorrono quindi tutte le certificazioni di tutti i circa 180 appartamenti del condominio.

Lo scenario dipinto da Tagliani risulta quindi piuttosto catastrofico: “In queste condizioni, se in un appartamento divampasse il fuoco, la tromba delle scale si riempirebbe subito di fumo. Chi abita a più di 32 metri di altezza non puó essere raggiunto dalle scale dei vigili del fuoco e se provasse a uscire nel pianerottolo svenirebbe subito per il fumo, creando anche un tappo per quelli dietro. Ci troveremmo di fronte a una tragedia”.

Non mancano ovviamente le voci discordi da quella del sindaco: non per quanto riguarda l’allerta sui rischi, ma per la soluzione. Tra le proposte, quella di finanziare il preventivo per un piano antincendio alternativo, in grado di riportare le condizioni di sicurezza senza arrivare al sacrificio estremo, l’abbattimento delle torri.

Un desiderio sostenuto sia dalla volontà di molti di continuare a vivere al Grattacielo, anche in un’ottica di valorizzazione e recupero del quartiere, sia dalla rabbia per i tempi e i modi con cui il Comune e l’amministratrice sono giunti all’ipotesi demolizione, soprattutto dopo i sacrifici economici chiesti ai condomini in questi anni. Le normative antincendio risalgono al 2011, ma le allerte ufficiali sono arrivate solo nell’ultimo anno.

Secondo vari condomini qualcosa non ha funzionato a dovere nella fase dei controlli e della regolarità degli impianti. Per questo oggi il Grattacielo rischia la demolizione, nonostante i capitali investiti negli anni dai suoi abitanti per i costanti lavori. Senza contare la rabbia di chi si dice scioccato dall’apprendere solo ora dei rischi vissuti in questi anni a propria insaputa vivendo nelle due torri. Su questi fronti, c’é da scommettere, ci sarà ancora molto da discutere e chiarire.

Grazie per aver letto questo articolo...
Da 18 anni Estense.com offre una informazione indipendente ai suoi lettori e non ha mai accettato fondi pubblici per non pesare nemmeno un centesimo sulle spalle della collettività. Il lavoro che svolgiamo ha un costo economico non indifferente e la pubblicità dei privati non sempre è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge e, speriamo, ci apprezza di darci un piccolo contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di ferraresi che ci leggono ogni giorno, può diventare fondamentale.

 

OPPURE se preferisci non usare PayPal ma un normale bonifico bancario (anche periodico) puoi intestarlo a:

Scoop Media Edit
IBAN: IT06D0538713004000000035119 (Banca BPER)
Causale: Donazione per Estense.com