Cronaca
18 Novembre 2017
Il pm chiede la condanna di Mauro Fabbri e l'assoluzione per l'altro imputato. Sentenza a dicembre

Assoldò un compagno di carcere per uccidere la ex: “Condannatelo a 12 anni”

di Redazione | 2 min

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Dodici anni di reclusione. Questa la richiesta di pena del pm Ombretta Volta per Mauro Fabbri, 56 anni, di Bondeno, accusato di aver assoldato un sicario per uccidere la sua ex, una donna di 61 anni.

Chiesta l’assoluzione per il secondo imputato, Stanev Radostin Radev (difeso dall’avvocato Melissa Romani), 23 anni, che avrebbe compiuto dei sopralluoghi, prima che si verificasse il ‘tradimento’. La procura ritiene che nei suoi confronti non ci siano prove sufficienti – le uniche sono il suo cellulare che aggancia una cella nei pressi dell’abitazione della vittima e una mezza dichiarazione su un incontro – per arrivare a una condanna.

Fabbri – difeso dagli avvocati Dario Bolognesi e Marcello Rambaldi -, secondo l’accusa, aveva promesso dei soldi (75mila euro), un’automobile e un trattore a Dobrev Stanyo Radev, 45 anni, suo compagno di carcere e padre di Stanev, per commettere il delitto.  Radev senior – la cui posizione è stata stralciata perché in Bulgaria, verrà processato in primavera – ha incassato 25mila euro dai familiari di Fabbri (convinti di fare una donazione a un uomo in difficoltà), il trattore e l’auto e avrebbe dato indicazioni a Stanev per effettuare un sopralluogo nei pressi dell’abitazione della donna da uccidere e avrebbe anche contattato altri complici per eseguire il lavoro. Ma poi avrebbe anche tradito Fabbri, spifferando il piano al magistrato di sorveglianza.

Fabbri sta già scontando una pena a 8 anni 6 mesi per lesioni aggravate e tentato omicidio proprio ai danni della ex convivente, a seguito di una brutale aggressione avvenuta nel 2010 a Mirabello, in cui la donna – costituitasi parte civile insieme al figlio attraverso gli avvocato Eugenio Gallerani e Giacomo Forlani – è stata ripetutamente accoltellata.

I difensori di Fabbri hanno chiesto per lui l’assoluzione perché non sarebbe configurabile il tentativo di uccidere la donna (c’era l’accordo, ma questo da solo non basta per qualificare giuridicamente il tentativo), mentre le parti civili, come il pm, hanno ritenuto provata l’intenzione di far uccidere la donna, l’effettività dell’accordo nonché l’univocità degli atti preparatori per la commissione del delitto prospettato.

Per la donna l’avvocato Gallerani ha chiesto, oltre al risarcimento dei danni da liquidare in sede civile, anche una provvisionale da 70mila euro; stessa richiesta dall’avvocato Forlani per il figlio, con provvisionale da 10mila euro.

L’udienza davanti al gup Monica Bighetti  – si tratta di un rito abbreviato – si è protratta per circa cinque ore e il giudice ha rinviato al 22 dicembre per le eventuali repliche delle parti e per la sentenza.

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