Cronaca
14 Novembre 2017
Nell’incidente perse la vita Davide Nordi. La famiglia si oppone all’archiviazione della procura

Morì ragazzo di 21 anni, indagato per omicidio colposo anche Tagliani

di Redazione | 2 min

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Davide Nordi

Era una notte tra sabato e domenica, il 18 settembre del 2016, quando Davide Nordi, appena 21 anni, perse la vita in un incidente stradale lungo la via del Mare. Erano circa le 4.30. Il giovane aveva accompagnato a casa i suoi amici e stava rientrando a Comacchio, dove era nato e dove viveva.

Ma la sua auto, una Bmw, all’altezza del chilometro 34, ha perso improvvisamente il controllo, andando a sbattere frontalmente contro un platano, finendo poi nel fosso a lato della carreggiata. Per il 21enne non ci fu nulla da fare e morì sul colpo.
Per quel fatto la procura aprì un’inchiesta che portò la pm Barbara Cavallo a incaricare un consulente per ricostruire la dinamica del sinistro e un medico legale.

A novembre il procuratore chiese l’archiviazione – attribuendo la causa del decesso a una imprudenza del ragazzo, che secondo la consulenza, non indossava la cintura di sicurezza – alla quale si oppose il legale dei familiari della vittima, l’avvocato Marco Tomasi.

Il gip dispose allora una proroga di indagini e chiese di identificare gli indagati.
Nel frattempo il fascicolo venne preso in carico dal pm Alberto Savino, che indagò per omicidio colposo Tiziano Tagliani, in qualità di presidente della Provincia; Massimo Mastella, dirigente del Settore Lavori Pubblici, Pianificazione Territoriale e Mobilità della Provincia; Lorenzo Pavarini, ingegnere competente di segnaletica stradale per la Provincia; e Michele Tassoni, responsabile Viabilità del Basso Ferrarese per l’ente del Castello.
Per tutti e quattro gli indagati, difesi dall’avvocato Serena De Pellegrin, il pm ha chiesto nuovamente l’archiviazione. L’avvocato Marco Tomasi ha fatto nuovamente opposizione, che verrà discussa davanti al gip Piera Tassoni in aprile.

In primo luogo il legale sostiene che, sulla base della stessa relazione tecnica in mano alla procura, la Provincia avesse l’obbligo di dotare quel tratto di strada di guard rail. In secondo luogo sostiene di aver parlato con un vigile del fuoco e un medico che intervennero per soccorrere il 21enne. “Furono loro a togliergli le cinture per poterlo estrarre dall’abitacolo”.

Ma Tomasi va oltre e chiede al gip di modificare il capo di imputazione in omicidio stradale: “lo stesso ministero, quando entrò in vigore questa fattispecie, a specificare che il suo ambito ricadeva anche in capo agli amministratori degli enti deputati alla sicurezza delle strade”.

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