Economia e Lavoro
29 Ottobre 2017
Gli ex azionisti pronti a dare battaglia. Richieste anche al Governo. Indignati per la riconferma di Visco

Amici Carife: “Offerta Bper non basta, vogliamo rimborsi”

di Mauro Alvoni | 3 min

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“L’offerta Bper non è sufficiente. Contavamo su un’operazione più spinta”. Non è del tutto gradito all’associazione Amici della Carife lo sforzo della banca che ha acquisito l’istituto ferrarese rivolto ai 28mila ex azionisti. Uno sforzo che si traduce in un’offerta commerciale a condizioni agevolate per chi investe in prodotti e servizi Bper, come mutui, certificati di deposito, polizze assicurative e altro ancora.

Indubbiamente un segnale di attenzione, secondo l’associazione che rappresenta gli ex azionisti Carife, ma non basta. Agli Amici della Carife serve ben altro, perché, in definitiva, “Bper ha tutte le risorse per investire sul futuro e venire incontro agli ex azionisti”: “Auspichiamo un brillante futuro per Bper a Ferrara – dicono – ma fatichiamo a comprendere come questo possa costruirsi sulle ceneri dei risparmi azzerati di 28mila famiglie ferraresi”. “Chiederemo subito un incontro a Bper”, annunciano battaglieri dall’associazione, che ha già pronta da mettere sul tavolo la richiesta, cioé “un progetto che vada oltre a ‘semplici sconti’ e che permetta a noi azionisti di rientrare gradualmente dei nostri risparmi”.

Le soluzioni a supporto della richiesta, spiegano gli Amici di Carife, si possono trovare. E citano l’annuncio di poche settimane fa di Banca Intesa, che indennizzerà un grande numero degli azionisti azzerarti di Veneto Banca e Popolare di Vicenza, ma anche lo stanziamento di 680 milioni della banca spagnola Santander per rimborsare i 110mila risparmiatori del Banco Popular, da considerare “un chiaro esempio di come il Santander abbia conquistato la fiducia di 110.000 nuovi clienti”. Insomma, se per gli ex obbligazionisti tante cose si stanno risolvendo, le 28mila famiglie degli azionisti non ci stanno a rimanere “le uniche vittime sacrificali della vicenda”. L’avvertimento è chiaro: “Tra 20 giorni Carife scomparirà e tra pochi mesi si andrà a votare. I ferraresi, ingiustamente colpiti, saranno chiamati a importanti scelte politiche, bancarie e giudiziarie. Siamo certi che Governo e Bper sapranno fare la loro parte comprendendo le ragioni di un’intera comunità”.

Il Governo non è citato a caso, perché anche a quell’indirizzo – oltre all’indignazione per la riconferma di Visco alla Banca d’Italia (“Visco (con l’avallo del Governo) ha risolto i problemi delle banche togliendo i soldi alle famiglie”) – sono rivolte richieste precise. “Per la prima volta nella storia bancaria italiana – attaccano gli Amici della Carife – risparmiatori sono stati azzerati da un decreto firmato dal Ministro dell’Economia. E’ inaccettabile. E’ incostituzionale (l’art. 47 della Costituzione tutela il risparmio). Su tali atti vi è quindi una precisa responsabilità politica, e per questo chiediamo una risposta alla politica”. Non solo, perché vengono ricordati gli impegni presi proprio a Ferrara dal viceministro Morando di rimborsare gli obbligazionisti, convincere l’acquirente di Carife a intervenire e dare aiuti al territorio ferrarese attraversato da crisi economica: “La prima promessa è stata mantenuta, le altre no”. Infine, il suggerimento al Governo è di seguire la via di un rapido credito fiscale per recuperare il valore delle azioni: “Permettendo un credito fiscale scaglionato in 5 anni, rinunciando a 80 milioni di imposte all’anno si arriverebbe alla soluzione. Parliamo di ‘brustoline’ per lo Stato, ma dei risparmi di una vita per le persone colpite”.

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