Cronaca
21 Ottobre 2017
La pratica respinta dalla questura di Pesaro fondamentale per identificare il 19enne catturato dai carabinieri. Oggi l'udienza di convalida dell'arresto. Indagini sui furgoni usati per il trasporto e abbandonati nella fuga

Maxi sequestro di droga, l’arrestato chiese il permesso di soggiorno

di Daniele Oppo | 2 min

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È in programma oggi, sabato 21 ottobre, davanti al gip Monica Bighetti l’udienza di convalida dell’arresto per il giovane albanese catturato dai carabinieri, corriere del maxi carico di droga proveniente dall’Albania.

L’accusa mossa dal pm Giuseppe Tittaferrante nei suoi confronti è piuttosto pesante: trasporto in concorso di sostanze stupefacenti, aggravato dall’ingente quantità: in totale, lo ricordiamo, sono state sequestrate circa 2 tonnellate di droga appena sbarcata via mare. Un’aggravante che potrebbe in sede di giudizio permette di aumentare la pena di due terzi.

Il 19enne – Rolando Rapaj, nativo di Valona, luogo noto per essere un centro del traffico di esseri umani e oggi di droga – era irregolare in Italia e qualche anno fa provò a chiedere il permesso di soggiorno, ma gli venne rifiutato dalla questura di Pesaro. Le pratiche fatte allora, compreso il fotosegnalamento e le impronte digitali, sono state però fondamentali per accertare l’identità dell’arrestato che, nella fuga, aveva lasciato il proprio passaporto in uno dei furgoni abbandonati. Così come fondamentali sono state le immagini delle telecamere di sorveglianza della stazione di servizio in cui il 19enne e i complici si erano fermati. Lui è stato preso, sugli altri due è ancora aperta la caccia. L’arrestato è probabilmente l’ultima ruota del carro di un organizzazione più ampia che assolda giovani corriere per il compito più rischioso: quello trasporto, in cui è più facile essere scoperti.

La speranza, anche se le probabilità sono molto remote, è che faccia i nomi dei complici e dia indicazioni sull’organizzazione criminale alle sue spalle.

Intanto sono in corso gli accertamenti sui furgoni: uno è intestato a una società e un altro è intestato a una persona di Roma su cui gli inquirenti stanno indagando per capire quali rapporti avessero con i trafficanti.

Che la droga fosse appena arrivata nelle coste comacchiesi lo dice anche la presenza dei galleggianti ancora attaccati ai “pacchi”, usati a volte per buttare il carico a mare in caso di controllo e poterlo riprendere dopo. L’approdo di quantitativi così ingenti ai Lidi estensi, per quanto sia la prima volta in tali quantità, non lascia presumere che si sia davanti a una rotta estemporanea, per quanto nuova: negli ultimi anni sono stati sequestrati quantitativi simili più a sud nella fascia costiera adriatica, ma in questa stagione i lidi come molti approdi dell’Adriatico del nord sono molto meno presidiati rispetto ad altri ‘porti’ – ci sono meno turisti anche per via delle condizioni meteo – e diventano dunque la meta ideale per fare le consegne in relativa tranquillità.

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