Palazzo Gulinelli chiuso dopo il terremoto. Si intravede la fine del tunnel
L’intervento è destinato a imprimere una svolta storica al palazzo di via Savonarola 38, che si trova chiuso dal 2012 a causa dei danni subiti durante il terremoto
L’intervento è destinato a imprimere una svolta storica al palazzo di via Savonarola 38, che si trova chiuso dal 2012 a causa dei danni subiti durante il terremoto
Dopo il parere favorevole della Commissione Giovani e scuola, le linee di indirizzo 2025-2027 per il diritto allo studio scolastico incassano il via libera anche dall'Assemblea legislativa. La Regione Emilia-Romagna conferma il suo impegno nella lotta alla dispersione scolastica
Nell'ambito del progetto Pcto intitolato “Le cellule nervose e le malattie neurodegenerative”, gli studenti della classe 4S del Liceo Scientifico A. Roiti hanno dedicato il loro impegno allo studio approfondito dell’epilessia
L'Assemblea legislativa ha approvato il "Piano regionale degli interventi e dei servizi per il diritto allo studio universitario e l'alta formazione"
A Barcellona le 19 opere di Michelangelo Antonioni, della serie ‘Le montagne incantate’. Saranno prestate dalle Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea del Comune di Ferrara, per la mostra dal titolo ‘Michelangelo Antonioni & Luigi Ghirri’
di Mattia Vallieri
“Le promesse delle lotte del passato che non sono state mantenute devono far parte delle battaglie del futuro. Continuiamo a lottare contro razzismo, sessismo e capitalismo”. È una Angela Davis decisa a lanciare un messaggio alle nuove generazioni sulle battaglie future quella che si presenta a Ferrara per l’incontro ‘È ancora un sogno’ del programma del festival di Internazionale.
Applauditissima al suo ingresso dal pubblico che ha riempito il teatro Comunale non si è sottratta poi al termine del dibattito ad incontrare i tanti ragazzi che si sono raggruppati sotto il palco per fare una foto, farle firmare autografi o semplicemente scambiare due chiacchiere.
“Non sappiamo mai davvero quale sarà il risultato delle nostre battaglie, il nostro obiettivo era eliminare il razzismo dal mondo e fare del capitalismo qualcosa da museo del passato ma nel 2017 possiamo dire di non essere arrivati dove volevamo” introduce l’attivista afro-americana, dichiarandosi però “soddisfatta e senza rimpianti per il lavoro dell’epoca”, mentre ritiene fondamentale oggi giorno la “sfida all’individualismo tipica del neo liberismo, che non va confuso con l’individualità. Va ricercato un senso di collettività che ci permetta di affrontare e mostrare solidarietà ai migranti, alla Palestina e alle donne. Non dobbiamo pensare che la lotta di genere sia più importante della lotta di classe o di razza e per questo diventa fondamentale il ruolo della femminista intersezionale”.
“Nel 1981 mi hanno detto che ero una femminista, io ho risposto ‘sono una rivoluzionaria donna nera’ – ricorda Davis -. Questo è un periodo in cui le donne si stanno alzando e donna non significa più quello che significava una volta. C’è un femminismo di base anti razzista che include donne trans gender ad esempio, questo è il bello dei movimenti giovanili che mi fanno sperare nel futuro nonostante tutto”.
Non poteva mancare un passaggio sulla questione razzista negli Stati Uniti di ieri e di oggi: “Il razzismo – spiega Davis – è al centro della storia Usa e non c’è modo di concepire la storia del nord America senza considerare il genocidio e la schiavitù inflitta ai popoli nativi. L’elezione di Obama nel 2008 è come se avesse dovuto o potuto cancellare il razzismo dal passato ma il suprematismo bianco è il fallimento delle politiche antecedenti ad iniziare dalla modalità di abolizione della schiavitù. Il razzismo non è mai uguale, si trasforma e il sistema carcerario è la prova più drammatica del razzismo strutturale”.
“I processi migratori stanno aumentando il fenomeno razzista ma le migrazioni sono l’effetto delle politiche coloniali e l’Europa oggi ne sta pagando il risultato” prosegue l’attivista, riprendendo il discorso sulla vittoria di Barack Obama nel 2008. “L’elezione di Obama – chiosa Davis – ha cambiato qualcosa nella società ed abbiamo assistito ad una euforia globale e a quella dobbiamo aggrapparci. Molte persone hanno pensato che se un nero poteva finire alla Casa Bianca allora poteva succedere tutto ma in realtà sostanzialmente non è cambiato nulla. Ci sono ancora il razzismo e il capitalismo, abbiamo 1 milione di neri in carcere e allora mi domando che differenza fa avere un uomo nero alla Casa Bianca?”.
Bordate anche contro Donald Trump soprattutto in riferimento agli scontri e all’uccisione a Charlottesville della attivista Heater Heyer per opera di un suprematista bianco: “La risposta del presidente Trump sui fatti di Charlottesville è stata alienante – tuona la ex militante del partito comunista americano -. Come può un presidente non sottolineare in nessun modo che bisogna andare oltre alla storia del Ku Klux Klan?”.
“Non è importante quale lotta si sceglie ma è importante il modo con cui la si abbraccia ed occupandomi dei movimenti anti carcere mi sono accorta che le battaglie sono tutte collegate” replica ancora Davis ad un ragazzo scappato dalla Nigeria un anno e mezzo fa che è accorso sabato sera al Comunale solo per vederla. Secondo l’attivista “solo quando le vite dei neri saranno importanti allora lo saranno le vite di tutti. Una donna solo perché donna non ci salverà così come non lo farà Obama solo perché nero. Il compito che ci aspetta è quello di combattere la violenza contro donne, neri e migranti”.
Il finale è tutto dedicato alla sua attività nelle carceri: “Punendo con la galera – conclude Davis – si pensa di risolvere i problemi ma non si capisce che il sistema carcerario genera un processo di ulteriore violenza. Certo, chi commette un reato deve affrontare quello che ha commesso, ma serve una giustizia ripartiva e non punitiva e la violenza di stato non deve andare ad aggiungersi alla violenza intima”.
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