Attualità
30 Settembre 2017
Lercio: "Presentiamo contenuti reali in un contesto falso. Se ci sono persone che prendono le notizie per vere non è colpa nostra"

Fake news, non sono semplici “bufale”

di Redazione | 2 min

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Perché le fake news? Come difendersi? A questi interrogativi si è tentato di rispondere in uno dei primissimi dibattiti del festival di Internazionale, ospitato in una gremita piazza Municipale. Tema, appunto, le fake news, che “tante persone subiscono” nota Federico Taddia di Radio 24.

“Noi presentiamo contenuti reali – esordisce Augusto Rasori di Lercio.it, uno dei siti più famosi di “bufale”- in un contesto fondamentalmente falso. Se ci sono delle persone che prendono per vere notizie come quella che demmo di Gianni Letta che voleva aumentare le tasse per le carrozzine disabili non è colpa nostra. La gente deve fare il suo mettendo in campo la propria cognizione”.

Ci sono, però, due generazioni diverse, una nata e cresciuta con i social media e una no: “Quelli sotto i 20 sono più propensi a condividere bufale perché si divertono, gli altri per incolpare qualcuno dei propri fallimenti” commenta lo stesso Rasori.

Delle diverse generazioni ne parla anche Francesca Ulivi, di Mtv News: “Gli over 50 sui social network sono di meno, quindi il loro impatto sulla diffusione delle fake news è minore. I giovani sono numericamente molti di più e sono molto più esposti alle bufale”.

Ma come si fa a distinguere una notizia falsa da una vera? “Se non ci sono – spiega Ulivi – il nome dell’autore e la data di pubblicazione tenete le antenne dritte. In più il titolo: se provoca forti emozioni e presenta tanti punti esclamativi è probabile che le notizie non siano vere. Anche se, va detto, che le bufale ci sono sempre state, prima si diffondevano al bar o in piazza, ora sui social media”.

Per Gabriela Iacomella, cofondatrice di Fact Checkers – un sito che verifica le notizie -, quello delle fake news è un universo complesso: “Non si tratta solo di una notizia falsa ma ci sono tanti fattori. Una notizia può anche essere parzialmente vera, distorta o comunicata male, è sbagliato definirle semplicemente bufale. Bisogna anche saperle leggerle, certe notizie: un articolo letto male può assumere, infatti, un sapore di fake”.

Il consiglio, quindi, è sempre quello di “verificare le fonti e ricercare su Google”, perché l’unico strumento per difenderci è “andare sempre a cercare l’informazione a monte”. E ai ragazzi dell’Ariosto e del Roiti presenti al dibattito Iacomella dice: “Non fidatevi di nessuno, ma solamente della vostra testa”.

Questo perché, spesso, le bufale si diffondono attraverso un passaparola generato “dall’emotività che provoca una fake news che ci colpisce alla pancia, e da un passaparola fatto da persone di cui ci fidiamo. Pensare se l’ha detto lui mi fido è sbagliatissimo”.

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