Politica
11 Luglio 2017
Lunedì in municipio tavolo tecnico con il viceministro Morando: si parla di zona economica speciale, area di crisi industriale complessa e tratta veloce Ferrara-Bologna

Crisi a Ferrara, ecco le terapie d’urto per salvare il territorio

di Daniele Oppo | 5 min

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Crac Carife, difficoltà dell’industria – soprattutto edilizia e meccanica – una popolazione sempre più anziana, mancanza di infrastrutture adeguate, congiuntura economica fanno di Ferrara un territorio fortemente in crisi, soprattutto davanti alla locomotiva regionale, e per questo c’è bisogno di una terapia d’urto.

E sono proprio le terapie d’urto quelle che sono state discusse per tre ore e mezzo al tavolo tecnico di lavoro, alla presenza del viceministro all’Economia Enrico Morando – che aveva promesso di impegnarsi per Ferrara il 3 aprile scorso durante l’assemblea degli azzerati Carife -, tenutosi nella mattina di lunedì in residenza municipale.

Si parla di far diventare Ferrara una zona economica speciale o di inserirla all’interno delle aree di crisi industriale complessa.

Fare di Ferrara una Zes. La prima soluzione che verrà studiata e proposta – quella decisamente più ambiziosa ma anche molto più difficile da realizzare – è quella di far diventare Ferrara una Zona economica speciale (Zes). Una proposta che di solito è legata al centro-sud dell’Italia (finora è stata riconosciuta per il Porto di Gioia Tauro), per dare uno scossone agli investimenti (come avvenuto in Polonia, ad esempio, nel contesto europeo), attraendo quelli internazionali ed extraregionali tramite la concessione di misure di corposa defiscalizzazione, deroghe normative e incentivi da aggiungere alle iniziative della Regione e locali. Una soluzione su cui il sindaco Tiziano Tagliani proverà a spostare verso nord, spingendola come prima opzione per ‘salvare’ Ferrara, anche se sarà molto difficile un impegno del Governo in tal senso: costa tanto alle casse statali, è una soluzione solitamente pensata per le aree più in difficoltà – e Ferrara, pur essendolo, non ha le mancanze che si registrano nel Meridione – per cui dovrebbe poggiare su basi non solo solide, ma granitiche. E anche in questo caso sembra difficile che si possa arrivare all’accogliemento della proposta.

Area di crisi industriale complessa e trasporto veloce Ferrara-Bologna. L’alternativa più praticabile è la seconda opzione presentata a Morando: quella di far passare Ferrara da essere un’area classificata come di crisi industriale non complessa a un’area di crisi industriale complessa. La differenza – in soldoni – sta nella rilevanza nazionale o meno della crisi industriale e occupazionale che si verifica sul territorio, il che determina un maggiore impegno dello Stato per risolvere quelle complesse tramite programmi per la reindustrializzazione e/o la riconversione dei settori in crisi, la concessione di risorse finanziarie e aiuti per favorire gli investimenti e la realizzazione delle infrastrutture. Proprio sulle infrastrutture, in questo contesto, si potrebbe giocare un’importante partita: quella di realizzare una tratta veloce Bologna-Ferrara nel trasporto pubblico locale, o aumentare significativamente il numero delle tratte, in modo da semplificare gli spostamenti dalla città felsinea a quella estense e viceversa e creare così una sorta metropolitana urbana che incentivi anche l’arrivo di nuove persone, soprattutto giovani coppie, che possano fruire di un costo abitativo molto minore stabilendosi a Ferrara.

All’incontro, oltre al sindaco Tiziano Tagliani e a Morando, erano presenti l’ex assessore al Bilancio del comune, Luigi Marattin, oggi consigliere economico del governo, l’assessore regionale alle Attività Produttive Palma Costi (con delega del presidente della Regione Stefano Bonaccini), l’assessore Patrizio Bianchi, il presidente del gruppo Unipol Pierluigi Stefanini, il segretario generale della Cciaa Mauro Giannattasio, la prorettrice e presidente del Consorzio Futuro in Ricerca Laura Ramaciotti, la professoressa Emidia Vagnoni della Università di Ferrara; il nuovo direttore di Bper Ferrara Antonio Rosignoli, il presidente di The European House – Ambrosetti (un grande gruppo di consulenza per le imprese) Marco Grazioli. Presenti anche il vice sindaco Massimo Maisto e l’assessore alle Attività Produttive Caterina Ferri.

Oltre alle due opzioni in fase di elaborazione per essere presentate al Governo entro l’autunno, si è parlato anche di un maggiore impegno affinché le imprese estensi beneficino del “super-ammortamento” e dell'”iper-ammortamento”, ovvero alla supervalutazione di alcuni investimenti operati dalle imprese. Si è parlato anche di altri asset sui quali giocare il rilancio: agricoltura 4.0, manifattura e turismo.

«Ciascuno si è assunto compiti di individuazione dei percorsi più efficaci per agevolare il raccordo tra il territorio e le positive performance che la Regione Emilia Romagna sta già raggiungendo – si legge nella nota inviata dal Comune al termine dell’incontro -. Per il prossimo futuro si prospettano “sinergie” stabili fra i diversi livelli istituzionali coinvolti, allargamento della discussione al territorio provinciale e all’area vasta bolognese e modenese, prosecuzione del confronto con i risparmiatori Carife, interventi per l’ulteriore attrattività del territorio rispetto ai nuovi investimenti nazionali ed internazionali che si stanno registrando nel Ferrarese, con attenzione particolare ad una crisi demografica che gli analisti economici hanno posto al centro dell’incontro come uno degli ostacoli principali allo sviluppo».

«Si è trattato di un gruppo di lavoro tecnico che il viceministro Morando aveva promesso ai quattro territori colpiti dalle risoluzioni bancarie una volta chiuse le vicende delle quattro banche – commenta il sindaco Tagliani -. Siamo stati i primi a chiederlo e abbiamo chiesto al viceministro come vede la situazione, non prima di avergli spiegato come già ci stiamo muovendo insieme alla Regione ad esempio con il ‘Patto per Ferrara’, non siamo al punto zero».

«È stata una bella discussione – commenta Marattin -. Da tempo avevo sollecitato un momento in cui Ferrara cogliesse la disponibilità che Morando diede all’assemblea dei risparmiatori azzerati ad ascoltare proposte di sviluppo in cui il governo potesse dare una mano. Sono felice che finalmente questo sia avvenuto, a riprove di come a Ferrara esiste una classe dirigente (non solo politica) in grado di immaginare con concretezza un percorso fatto di idee e non di solite chiacchiere».

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