Attualità
29 Giugno 2017
Il Comune di Ferrara lavora su tre aspetti, in collaborazione con Area Giovani, Osservatorio Adolescenti e Promeco

“Sono cambiati i giovani di oggi, ma anche le famiglie”

di Redazione | 3 min

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Essere oggi adolescenti a Ferrara. Il tema, delicato, che riguarda i giovani, in particolar modo gli adolescenti chiamati ad affrontare un periodo delicato della vita, è stato al centro del dibattito della Commissione consiliare delle pari Opportunità.

Massimo Maisto, assessore delle pari opportunità, ha voluto affermare come “si lavori costantemente su tre gambe: una operativa su attività promosse dall’assessorato; una in un’ottica di intervento per fare in modo che ogni scelta amministrativa coinvolga i giovani, e una, funzionale alle altri due gambe, che lavora in un’ottica di ricerca e informazione”. A tal proposito, Maisto ha sottolineato l’importanza di Area Giovani, Osservatorio Adolescenti e Promeco “che lavorano costantemente con la sfida che ci chiama ad aumentare la velocità riguardo all’aumento delle problematiche, a fronte di una diminuzione di età: prima adolescenti si era dai 13 ai 17 anni, adesso dobbiamo guardare anche chi ha 10,11 anni”.

Sabina Tassinari, di Osservatorio Adolescenti, pone il focus sul cambiamento dei tempi: “sono cambiati i giovani di oggi, ma sono cambiati anche i cinquantenni di oggi, sono cambiate le famiglie, è cambiato il confronto fra genitori e figli, è cambiato anche il modo di fare scuola, bisogna capire tutti questi cambiamenti sociali che rendono apparentemente di difficile comprensione i comportamenti, le idee e le prospettive degli adolescenti”.

Anche Alberto Urro coordinatore della attività Ausl Promeco del Comune di Ferrara sottolinea “il differente contesto sociale e culturale rispetto al nostro che, come genitori di oggi, abbiamo vissuto”. Secondo Urro però la situazione è analoga, perché “le stesse distanze fra genitori e figli c’erano 50 anni fa come adesso”, ma il vero problema è “che al giorno d’oggi gli adulti hanno creato un sistema che chi necessita di confronto trova delle difficoltà, non abbiamo abituato i nostri figli ad essere giudicati per qualcosa di sbagliato e non li aiutiamo ad agire contro le difficoltà, ma cerchiamo noi stessi di risolvere la situazione al loro posto”. La colpa di questo è il fatto che si è creata “una società altamente narcisista, dove dobbiamo dimostrare di essere delle famiglie modello”.

Anche il consigliere Pd Davide Bertolasi punta il dito contro la “maniera narcisista con la quale si vogliono sottolineare determinati aspetti per mettersi in mostra”, mentre Claudio Fochi del M5S – anche in veste di docente di scuola superiore –accusa i social network “che hanno cambiato e cambieranno irreprensibilmente anche il modo di apprendere”.

Per Massimo Maisto, comunque, i “giovani non sono un problema, è più grave quando vengono cresciuti come se fossero benestanti e poi, una volta arrivati a 19 anni, farli sbattere contro la dura realtà lasciandoli soli, oppure tacciandoli di avere un atteggiamento passivo ”.

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