Cento
22 Giugno 2017
Le indagini diagnostiche in pinacoteca svelano alcune curiosità sul maestro centese

Il Guercino a raggi X

di Redazione | 2 min

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di Serena Vezzani

Cento. Sono iniziate lunedì 19 e si concluderanno oggi, giovedì 22 giugno, le indagini nella pinacoteca San Lorenzo realizzate dal Laboratorio diagnostico del Dipartimento di beni culturali dell’università di Bologna, in collaborazione con il Centro Studi Internazionale Il Guercino.

Un progetto, quello del laboratorio diagnostico, che, stima Barbara Ghelfi, professoressa associata di storia dell’arte moderna, “si concluderà tra due anni e prenderà in esame cinquanta opere del pittore centese: siamo partiti da Piacenza e Cento è la seconda tappa. Proseguiremo con Bologna e Genova”. Ma l’auspicio è, rivela il responsabile tecnico dell’unità Polilaboratoriale Chiara Matteucci, che “il progetto si allarghi anche a livello internazionale”.

Nello specifico, le indagini saranno condotte gratuitamente e non saranno invasive: dopo una prima fase di ricognizione delle analisi precedenti, si procederà con le riprese fotografiche ad alta risoluzione in luce visibile, ultravioletta, infrarossa, infrarosso falso colore e fluorescenza di raggi X.

Presente sul campo anche l’ingegnere ottico Pascal Cotte, co-fondatore della società di ingegneria elettronica Lumiere Technology di Parigi, e inventore del Layer amplification method: un metodo applicato alla Gioconda e che simula la luce solare, e restituisce più di 1600 immagini scientifiche grazie alle quali verrà ricostruita la cronologia del dipinto.

Solo in tre casi, “La Madonna col Bambino benedicente”, il “Miracolo di San Carlo” e “San Carlo in preghiera coi due angeli”, è stato chiesto il nulla osta alla Soprintendenza a prelevare alcuni microcampioni di colore (meno di un millimetro ciascuno) dai bordi della tela che si trovano ripiegati sul retro, fra la cornice ed il telaio, così da conoscere la tecnica e i materiali dei pigmenti del Guercino e  confrontarli con studi eseguiti dalla Soprintendenza della Calabria sulle opere di Mattia Preti di Taverna, dal momento che le due personalità artistiche saranno al centro della prossima grande mostra di Cento.

Obiettivo: “Fornire una mappatura del metodo di lavoro del pittore” spiega Chiara Matteucci, “dal percorso creativo alla scelta della tele e della trama, fino al disegno preparatorio”. Un disegno preparatorio che nel Guercino è però assente: “Dalle prime analisi”, dice, “è emerso come utilizzasse un mezzo fluido che definiva appena i contorni e le figure”.

Grazie alle riprese a infrarossi sono state evidenziate inoltre alcune curiosità su “La cattedra di San Pietro” (1618): “Dai risultati sembrerebbe” spiega Barbara Ghelfi, “che l’ala sia stata aggiunta insieme al braccio in un secondo momento, che sia stata ricostruita interamente la parte destra superiore del dipinto, ridotto la capigliatura dell’angelo e tentato diverse pose per le mani”.

Al termine verrà prodotto un catalogo ragionato dei dipinti di Guercino, che eventualmente sfocerà in una pubblicazione.

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