Cento
25 Maggio 2017
Cento ospiterà il convegno che farà luce sulla prevenzione del fenomeno e l’applicazione completa del decreto Balduzzi

La morte improvvisa nello sport “si deve evitare anche nel dilettantismo”

di Redazione | 2 min

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Si terrà nella giornata di venerdì 26 maggio presso il Palazzo del Governatore di Cento il convegno dedicato alla “relazione tra medicina sportiva e cardiologia”, parte di una più ampia serie di convegni che si terranno anche in altre località della regione, sponsorizzati da Anmco (associazione nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri, Aiac (ass. italiana Aritmologia e Cardiostimolazione, Arca (ass. regionali Cardiologi Ambulatoriali) e Simeu (società italiana medicina d’emergenza-urgenza).

Il ‘Focus group’, nome della serie convegni, sarà per l’appuntamento centese su uno dei fenomeni più diffusi e non ancora completamente tutelati in ambito sportivo: la morte improvvisa.

Il decreto Balduzzi del 2013, “il primo di un flusso di leggi riguardanti la defibrillazione che si rivolge direttamente allo sport – spiega il direttore di cardiologia Biagio Sassone – non prevede soltanto la presenza di un defibrillatore all’interno di ogni società sportiva, professionistica o dilettantistica che sia, ma la sua accessibilità, l’obbligo di manutenzione del dispositivo e soprattutto il personale abilitato al Blsd, ovvero capace di effettuare massaggio cardiaco e di usare il defibrillatore”.

Se già dal 2014 il decreto era già obbligatorio per le società professionistiche, questo non è altrettanto vero per le dilettantistiche, per le quali “siamo alla quinta proroga di legge, e il cui decreto avrebbe evitato tanti decessi, che sono gli epifenomeni di una più ampia organizzazione”. Questo, secondo Sassone, per varie ragioni, prima fra tutte la “scarsa popolarità della legge, perché le società dilettantistiche fondamentalmente non hanno soldi, e quindi il problema non è tanto possedere il defibrillatore, quanto la manutenzione, oltre che del dispositivo, anche del personale”.

Che poi “spesso i defibrillatori siano stati distribuiti in modo un po’ disordinato” è un fatto che conferma anche direttore generale Ausl Claudio Vagnini, “per cui spesso sono finiti nei sottoscala dimenticati e inutilizzati”. Un’ulteriore conferma della necessità del decreto, anche perché non si verifichi più, per esempio, “il caso di quella ragazza che andò in arresto e nessuno sapeva dov’era il defibrillatore”.

Alla giornata di venerdì, come illustrato dal presidente regionale Aiac Matteo Bertini, oltre ad informazioni rivolte anche a chi possiede il dispositivo, verrà fornita una lettura dei casi che hanno subito rianimazione da defibrillatore, negli Usa considerati “idonei a giocare ancora”, cosa che nel nostro Paese attualmente non è consentita. Una questione aperta che, come auspica il dottor Sassone, “speriamo prima o poi raggiunga tavoli più alti”.

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