Economia e Lavoro
30 Aprile 2017
Venerdì la presentazione del docu-film "Piigs"

L’euro e la crisi europea e gli “stati maiali” secondo Paolo Barnard

di Redazione | 4 min

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di Cecilia Gallotta

“Secondo voi è nato prima il grano o il contadino?” E’ con questo elementare quesito che il giornalista Paolo Barnard introduce la proiezione di “Piigs”, il docu-film di Federico Greco, Adriano Cutraro e Mirko Melchiorre, che con l’acronimo volutamente dispregiativo fa luce sulla cruda situazione dei cosiddetti Stati “maiali” (Portogallo, Italia, Irlanda, Grecia e Spagna) afflitti dal più esorbitante debito pubblico del mondo.

E se il grano è la moneta, e il contadino lo Stato che ha deciso di stamparla, allora risulta chiaro che “laddove lo Stato ha la sua moneta sovrana, può decidere quanta stamparne per il suo popolo”. Una cosa che Usa e Gran Bretagna “hanno ben capito”, e che non può funzionare nella nostra eurozona, in quanto il nostro Stato non ha potere decisionale sulla stampa dell’euro. “Uno dei problemi – sostiene Barnard – è che l’Italia è il Paese più ignorante d’Europa in materia economica, e quando le cose non si sanno, è facile fidarsi di chi ne sa di più”.

E’ una messa in guardia, quella del giornalista, dai ‘soloni dell’economia’, illustrati nel docu-film, “che vogliono il 99% della torta, lasciandone l’1% ai cittadini”. Personaggi fra i quali Milton Friedman, la cui mente “è alla base delle teorie economiche che hanno portato all’euro, e di cui è difficile che le persone ignoranti non si fidino”. Il film è quindi anche un invito a “pensare con la propria testa”, a mettere sempre in dubbio ciò che “la televisione ci propina”, a informarsi e documentarsi, e per farlo, “siccome non siamo tutti economisti, ci vogliono metafore semplici”, come quelle proposte da Piigs.

Che poi la crisi italiana sia nata tutta dagli anni della corruzione di Tangentopoli, è “un altro mito da sfatare – spiega Barnard – perché in tutti quegli anni, tutti quei ladri non hanno rubato altro che l’1% dell’economia nazionale”. Una cosa quindi che “non c’entra niente, e di cui ci hanno convinto, cosicché adesso pensiamo che la crisi ce la siamo meritata tutta, sebbene molti si ricordino quanto si viveva bene economicamente in quegli anni, in cui lo Stato aveva la sua moneta”.

Anche le tasse, secondo Barnard, non sarebbero altro che un “termostato regolatore dell’economia”, in un Paese con la propria moneta, “perché quando lo Stato ha stampato abbastanza moneta per il benessere di tutti i suoi cittadini, nel caso ne stampi un po’ di più, allora si tassa un po’ di più, e tutto il giro funziona, perché le tasse sono proporzionali alla stampa della moneta”. Cosa che invece non accade nella nostra attuale Italia, in cui lo Stato “chiede ai cittadini quei soldi che lui non si può stampare, facendo pagare tasse in modo errato”. Tutti concetti espressi anche da economisti di tutto il mondo, a cui il film intervalla interviste inedite, quali Noam Chomsky, Stephane Kelton, Marshall Auerback, Michael Hudson e tanti altri.

In un clima dove spread, austerity e debito pubblico sembrano offuscare la mente dei cittadini, Piigs delinea anche la tragica storia della Cooperativa sociale ‘Il Pungiglione’, nata dal coraggio di Claudia, cittadina romana, che a cavallo dell’avvento dell’euro ha deciso di investire sull’assistenza a persone disabili e svantaggiate, anch’esse intervistate nel film, che nella cooperativa avevano trovato una seconda vita. 100 lavoratori e 24 anni di attività vengono così strangolati da un sistema che funziona al contrario; è così “che il binario della macroeconomia incrocia quello della microeconomia – spiega il regista Federico Greco – in una storia in cui tutti si possono riconoscere”.

Un film che delinea in modo schietto “che un primo passo per dare una grossa mossa alle acque della crisi c’è, ed è quello di riprenderci la nostra moneta. Quando vi dicono che non c’è alternativa – avverte Barnard – beh, forse è vero, nel senso che l’alternativa l’abbiamo già avuta. Ce la dobbiamo solo riprendere”. E siccome “le rivoluzioni non si fanno in un giorno, cominciate a diffondere queste basilari regole dell’economia, che tutti abbiamo la facoltà di comprendere. Solo se saremo in tanti, potremo arrivare a spronare lo Stato”. In un mondo, quindi, in cui “se ci dicono che siamo maiali, noi crediamo di esserlo – ironizza Greco – quello che possiamo fare è alzare la testa e grugnire tutto quello che abbiamo da grugnire”.

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