Politica
11 Aprile 2017
L'opposizione si divide tra astensione e voto contrario. Tagliani: "Unica soluzione per avere una realtà non più degradata"

Palaspecchi, passa in consiglio la “promessa” di nuova vita

di Elisa Fornasini | 4 min

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Ci sono voluti 30 anni di degrado e abbandono, due dei “Quattro cavalieri dell’apocalisse mafiosa”, pile di esposti e ricorsi, incalcolabili proroghe e rinvii, lo sgombero degli occupanti abusivi, l’allarme di una bomba a rischio esplosione, l’immancabile richiesta di demolirlo, il salvataggio dei tritoni, l’arresto dell’ex titolare della Intercantieri Vittadello, un ricorso al Tar per vantare diritti d’autore sull’opera e l’arrivo delle ruspe (non della Lega) per arrivare all’atto finale della riqualificazione del Palaspecchi.

E’ stata infatti approvata con il voto a favore della maggioranza (Pd e Fc) – mentre l’opposizione si è divisa a metà tra l’astensione (M5S, Zardi-FI, Anselmi-FI) e il voto contrario (FdI, Ln, Gol, Fornasini-FI) – la delibera che porterà al recupero dell’ex direzionale di via Beethoven.

Il passaggio in consiglio comunale è il primo passo verso la costituzione del fondo immobiliare finanziato per l’80% da Cassa Depositi e Prestiti insieme a Ferrara 2007 (proprietaria dell’immobile), Intercantieri Vittadello (società di costruzioni), Investire Sgr (società di gestione del fondo) e Acer Ferrara (gestore dei futuri alloggi, ancora non quantificati, di edilizia residenziale sociale).

Il piano che intende dare una seconda vita al palazzo degli Specchi è ormai chiaro: il fondo trasferirà la proprietà di una parte del complesso al Comune di Ferrara (la torre est) e circa 4 milioni di euro per la sua ristrutturazione e destinazione pubblica (comando della polizia municipale e delegazione ex circoscrizione sud). I lavori porteranno alla demolizione parziale delle torri di residenze (rimarrà solo la struttura portante di cemento armato) e totale degli edifici dell’ex palestre, non più recuperabili.

Per arrivare alla firma nero su bianco, però, serve una variazione al Dup e al bilancio di previsione 2017/2019, oggetto della discussione del consiglio comunale di lunedì. In apertura i capigruppo di opposizione hanno chiesto di sospendere la pratica per avere più tempo per analizzare gli atti, richiesta bocciata dalla maggioranza. Il motivo lo spiega Luigi Vitellio (Pd): “Non volete 10 giorni in più per studiare la delibera, la vostra è una richiesta politica per bloccare questo progetto e noi non ve lo permetteremo”.

Dopo l’illustrazione della delibera da parte dell’assessore all’Urbanistica Roberta Fusari (qui in versione integrale) e il cappello economico del collega al Bilancio Luca Vaccari, il dibattito è entrato nel vivo con le critiche dell’opposizione. Ad aprire le danze è Francesco Rendine (Gol) che accusa l’amministrazione nell’insistere a realizzare “un intervento anacronistico e dannoso che fa comodo solo all’edilizia e non alla città, già piena di immobili vuoti”.

Che il social housing non sia la soluzione giusta è il pensiero anche di Federico Balboni (M5S), secondo cui “si risponde a un problema con una scommessa: la giunta ha trovato una soluzione sostenibile e positiva ma che rischia di avere un impatto sulla già critica situazione immobiliare in un mercato saturo di appartamenti sfitti”. Con la consapevolezza che questa sia “l’unica via percorribile e obbligata“, il consigliere pentastellato opta per la “benevole astensione“, “non essendo disponibile a votare una modifica al bilancio che abbiamo contestato”.

La maggioranza reagisce con bordate nei confronti dell’opposizione che “vuole boicottare l’operazione prendendo ordini da persone che non sono sedute in consiglio: oggi si capisce col voto chi vuole risolvere il problema e chi vuole farne una bandiera politica” tuona Pietro Turri (Pd) riferendosi senza ombra di dubbio alle attività del leghista Nicola ‘Naomo’ Lodi. Giovanni Cavicchi (Ln) non nasconde a sua volta le “perplessità che questo progetto possa arrivare mai a una fine”, condivise da Matteo Fornasini (FI) che “non si fida del Pd che ha incancrenito il bubbone”.

L’ultima parola è dettata da un sereno Tiziano Tagliani: “C’è una responsabilità politica da prendersi e io me la prendo – ribadisce il sindaco -. Abbiamo ereditato un errore politico degli anni ’80 che voleva assecondare gli interessi degli imprenditori, una decisione sbagliata che ci trasciniamo dietro da 35 anni. Ora passiamo da Ferrara 2007, che non ha risorse finanziarie per risolvere il problema, a un gruppo di investitori affidabile che ci promette di trasformare il Palaspecchi in una realtà non più degradata, senza occupazione abusiva, abbandono di rifiuti e balneazione di tritoni – ironizza Tagliani -. Non è stato facile portare a casa questa disponibilità e, anche se sottraiamo una freccia alla campagna del centrodestra, siamo qui per dare una chance alla città”.

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