Economia e Lavoro
7 Aprile 2017
Giuseppe Vancini, segretario generale Confartigianato Ferrara, chiede ai parlamentari di attivarsi

Cuneo fiscale, Confartigianato: “Serve un intervento strutturale accordato con Europa”

di Redazione | 2 min

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Nuove opportunità di business per le imprese italiane nei Balcani occidentali, con un focus particolare sulla Bosnia Erzegovina: questo il tema dell’affollata iniziativa, promossa e realizzata congiuntamente dalla Camera di Commercio Italo-Bosniaca e dalla Camera di commercio di Ferrara Ravenna

Giuseppe Vancini

“La Corte dei Conti, puntando l’indice sul cuneo fiscale e contributivo, che raggiunge il 49 per cento del reddito, oltrepassando di dieci punti la media europea, avvalora quanto noi, come Confartigianato, andiamo affermando da tempi immemorabili”.

Lo dichiara Giuseppe Vancini, segretario  generale Confartigianato Ferrara, che sul tema aggiunge: “E sottolinea un altro punto: che guardando alla tassazione la distanza dagli altri Paesi d’Europa è per le piccole e medie imprese del 25 per cento. Questo significa che anche le aziende ferraresi, che costituiscono il tessuto del territorio, svolgono un’azione eroica. Perché nonostante tutto, in questi anni di crisi,  hanno resistito e continuano a farlo in condizioni difficilissime. Hanno cioè dimostrato di avere capacità ben superiori a quelle europee, e questo andrebbe loro riconosciuto. Invece si insiste col vessarle e additarle di poca innovazione. Quando in un simile contesto, disincentivante, hanno già fatto moltissimo, rivelando l’altra faccia del Paese, quella che non si piega”.

“Con un cuneo e una tassazione inferiori, soprattutto sul fronte Irpef per imprese e lavoratori, da noi sempre invocata – aggiunge Vancini – avrebbe potuto esserci molta più crescita, non solo quella infinitesimale degli zero e virgola che il Governo va annunciando in toni a metà via tra il trionfalistico e il miracoloso. E di conseguenza, avrebbe potuto esserci maggiore occupazione per tutti, under e over. Ora, è del tutto evidente che la politica degli incentivi e degli sgravi – basti pensare al fallimento del jobs act –  come noi abbiamo sempre sostenuto, non serve a nulla, tranne ad accontentare alcuni oggi e altri domani. Sia perché sperpera risorse che potrebbero essere diversamente utilizzate, sia perché crea ulteriori oneri burocratici che rischiano di essere più utili a chi li gestisce che non a chi li riceve. Serve una visione di prospettiva, anche per motivare i giovani, che non sono solo i ‘lavoratori’ ma anche gli ‘imprenditori’, altrimenti il mercato si ferma.  Vanno prese misure strutturali e definitive, in accordo con l’Europa. Su questo, spero che i nostri parlamentari si attivino in fretta. All’economia non servono inutili tentativi, non serve rassegnazione, serve una scossa”.

 

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