Politica
1 Aprile 2017
I dati forniti dal Comune sulle bonifiche da Ca' Leona al Quadrante Nord

Qual è la situazione delle ex discariche a Ferrara

di Daniele Oppo | 5 min

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«Migliaia di valutazioni sono la parte oggettiva, razionale che opponiamo a questo signore». Il sindaco Tiziano Tagliani, tra un attacco e l’altro, si fa forte anche dei dati ambientali sulle ex discariche per spiegare perché le dichiarazioni del pentito Perrella siano da mandare, letteralmente, al macero.

«Nel libro, a pagina 169, si parla di Ferrara e non dice nulla», afferma Tagliani parlando del volume che vede Perrella come coautore, per evidenziare un’altra cosa: «I tecnici che hanno fatto le valutazioni piezometriche hanno pubblicato tutti i risultati e allo stato, ho chiesto informazioni in procura e alla commissione bicamerale, non risultano procedimenti di carattere ambientale»

Quei dati sono stati presentati in Castello, alla presenza anche dell’assessore Caterina Ferri, del dirigente del servizio Ambiente Alessio Stabellini, del direttore di Arpae Ferrara Pier Luigi Trentini e dell’ex direttrice del settore Ambiente della Provincia Paola Magri (oggi in Arpae).

Proprio quest’ultima fa una precisazione che è bene tenere a mente: «Tutte le discariche sorte prima degli anni 84-85 sono non autorizzate perché non esisteva una normativa. Era una cosa normale per l’epoca». Stessa cosa ricorda anche l’assessore Ferri: «Siamo in presenza di discariche chiuse più di trent’anni fa, la legislazione era diversa, ma non c’è bisogna di un pentito che insegni cosa fare». Da lì in poi le cose sono cambiate, con la graduale chiusura dei siti, con tutti i problemi che hanno comportato e comportano.

In conferenza sono stati consegnati alcuni documenti che riassumono la situazione e le attività svolte nei principali siti oggetto di bonifica, i cui risultati proviamo a sintetizzare.

Planimetria Cà Leona e contaminati ricercati (clic per ingrandire)

Ca’ Leona. Partiamo da qui, dato che è uno dei luoghi più controversi. «Nel 2009 è stato approvato il piano di caratterizzazione», spiega Stabellini, che così pone fine a una serie di voci che circolavano sul fatto che il piano fosse incompleto (questo sulla base di un verbale della conferenza di servizi, ma datato 2004). Il procedimento di bonifica è partito nel 2002, con la richiesta di Arpae, e da allora l’area è stata costellata di strumenti per effettuare le analisi ambientali: 43 piezometri per analizzare 107 parametri a cadenza annuale o semestrale. Secondo i dati consegnati alla stampa, riferiti ai controlli effettuati negli anni 2010-2014 (se riuscite a leggerli li potete scaricare da qui) – i superamenti dei valori limite si sono registrati per alluminio, arsenico, ferro, nichel, piombo, manganese, tallio, zinco, nitriti, solfati, triclorometano, cloruro di vinile, tetracloroetilene, 1,2-dicloropropanao. Ma, spiega Stabiellini, «i superamenti non sono sistematici tranne che per il ferro, il manganese e l’arsenico che ormai sono ubiquitari nel nostro territorio». Se quest’ultima affermazione è vera è però anche vero che molti di questi superamenti sono molto, molto al di là della soglia limite, anche più di duecento volte tanto, come capita per il ferro, o cento come capita in alcuni campionamenti di manganese, mentre l’arsenico rimane più contenuto. Altri sforamenti che a guardare le tabelle sembrano costanti anziché no, sono quelli che riguardano i solfati, almeno in alcuni lotti di Ca’ Leona.

«Dal un punto di vista statistico – si legge nel documento – il numero dei superamenti delle Csc (Concentrazioni Soglia di Contaminazione) è talmente ridotto da risultare nettamente non significativo, non influendo in alcuna misura sullo stato qualitativo generale del sito». Per questo motivo, viene spiegato, non è stato elaborato un piano di caratterizzazione del rischio, ma si dovrà procedere per altre vie, come appunto quella del monitoraggio per controllare che la situazione non peggiori.

Elemento positivo è che, da documenti, «non sono mai stati riscontrati superamenti di cromo VI (cromo esavalente, ndr) nei campionamenti eseguiti». Questo dovrebbe essere di conforto anche rispetto alle obiezioni sollevate dall’associazione Amici della Terra, come il fatto che, almeno nell’analisi effettuata nel 2009 sul grano coltivato in una porzione dell’ex discarica, non sono state riscontrate criticità e «ad oggi non sono noti riscontri diversi».

Quadrante Est. Il Quadrante Est è il sito dove le cose sono andate molto avanti dal 2002-2003, anno in cui sono partiti due procedimenti di bonifica, con fase di caratterizzazione approvata nel 2010. Il livello di inquinamento ha portato anche l’Istituto superiore di sanità ad interessarsi del sito (anche per la presenza dell’asilo di via del Salice) e nel 2014 sono partiti i lavori per la messa in sicurezza con l’avvio nel 2015 dell’estrazione del percolato. Nello stesso anno la Provincia ha identificato la società Solvay come responsabile della contaminazione. Nel 2016 Arpae ha emesso un’ordinanza che imponeva a Solvay di bonificare contro cui la società si opposta davanti al Tar regionale, ma il tribunale amministrativo nel 2017 ha respinto il ricorso.

Quadrante Ovest. La zona è oggetto di un piano urbanistico di recupero perché in passato sorgevano attività produttive e l’idea era quella di trasformarla in un’area residenziale. Prima dell’approvazione dei piani sono state richieste specifiche indagini ambientali e tra 2004 e 2007 sono stati aperti dei procedimenti di bonifica per l’area Dalex ex-Desa e l’area ex Nuova Gallo per superamenti delle soglie di contaminazione sia nelle acque superficiali che nei terreni. Nel 2007-2008 è stato fatto uno studio per identificare possibili fonti di contaminazione, ma non ha dato risultati. Nel 2015 è partito invece il piano di monitoraggio dei piezometri per cercare alifatici clorurati cancerogeni e non, alifatici alogenati cancerogeni, inquinanti aromatici, Mtbe, Etbe e cloro benzeni, riscontrando superamenti per quanto riguarda gli alifatici clorurati. Nel frattempo è partita anche una campagna per il monitoraggio dei gas interstiziali (soil gas), ma finora non sono state rilevate criticità.

Quadrante Nord. Qui nel 2004 è stato commissionato uno studio per valutare lo stato di contaminazione e la composizione idro-geologica del suolo e nello stesso anno sono stati rilevati sforamenti di alcuni parametri. Nel 2015 è iniziata l’esecuzione del piano di monitoraggio con dei piezometri multilivello, in cui sono stati rilevati superamenti oltre il consentito solo per quanto riguarda il Cmv, anche se nel tempo in alcuni siti la concentrazione della contaminazione è scesa di due terzi e la situazione è ritenuta sotto controllo.

Le altre discariche. Stabellini, infine, ha risposto anche per quanto accade alle segnalazioni di altre discariche ‘abusive’. «Noi conosciamo le discariche che erano gestite dal Comune o che venivano affidate ma sugli altri siti abbiamo acceso dei led rossi per effettuare indagini ambientali nel caso ci fossero domande per un cambio di destinazione dei terreni. Sarebbe impensabile – afferma il dirigente – effettuare analisi su tutte le aree che ci vengono segnalate giornalmente. Accendiamo dei led rossi per poi andare a verificare quando ci saranno delle variazioni».

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