Economia e Lavoro
28 Marzo 2017
Accesso al credito bancario, strumenti e difficoltà per le nuove generazioni di imprenditori

“La politica tagli sprechi e faccia le riforme”

di Redazione | 3 min

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Colpire la spesa pubblica e gli sprechi, tagliare le tasse sulla casa e sugli stipendi, fare le riforme essenziali per il paese e attivare investimenti soprattutto in infrastrutture. Sono queste le ricette economiche per uscire dall’impasse del nostro paese secondo i relatori del convegno alla Camera di commercio dal titolo ‘Accesso al credito bancario: quali strumenti e quali difficoltà per le nuove generazioni di imprenditori’.

“L’accesso al credito è il primo passo da compiere per un imprenditore” introduce Alberto Cavicchi, presidente del Centro studi Luigi Einaudi, che analizza poi i problemi italiani. “Abbiamo un debito pubblico enorme ed il fatto che gli Usa stanno aumentando i tassi di interessi significa che nel giro di poco saremmo costretti a farlo anche noi e questo ci costerà molti problemi – spiega Cavicchi -. Possiamo tagliare le spese inutili o aumentare le tasse ma in questo caso diminuirebbero gli investimenti e calerebbe la produttività”. Secondo il presidente del Centro studi “i soldi della Bce hanno pagato le inefficienze delle banche e il debito pubblico dello Stato, a quel punto non c’erano più margini per finanziare le imprese. Dobbiamo avere il coraggio di fare ricerca ed innovazione di metodi di produzione e prodotti ed al governo chiediamo riforme essenziali per il paese ed il coraggio di tagliare le spese inutili e attivare investimenti”.

L’attenzione di Cavicchi si sposta quindi sulla situazione ferrarese: “Nel 2017 e 2018 faremmo una modestissima crescita che non sarà superiore all’1% – polemizza il presidente del Centro studi -. Export e import calano, siamo in crisi nel commercio, settore immobiliare e agroalimentare, sì c’è un aumento del turismo per la felicità di Maisto ma da solo non basta”.

La parola passa quindi all’avvocato Gianpiero Samorì che non risparmia pesanti critiche al nostro paese. “Chi non anticipa il futuro è finito e noi siamo molto indietro – accusa Samorì -. Siamo la società più stalinista e marxista del mondo, anche per colpa di Napolitano, e viene colpito il ceto medio continuamente”.

Bordate continue contro la classe politica ed i ministri del governo: “Parlamentari di maggioranza e di opposizione e ministri del governo, salvo pochi casi, non hanno mai lavorato per cui non capiscono la società e non hanno percezione del mondo reale – attacca il presidente di Italia 2050 -. Approviamo leggi che sono suicidi assistiti e da 30 anni non esiste una legge immediatamente applicabile ma tutte rimandano a regolamenti attuativi”. E ancora: “Abbiamo approvato normative europee non compatibili con nostro sistema bancario – continua Samorì -. Oggi le banche danno i soldi solo a chi è ricco colpendo i giovani imprenditori ed il futuro del paese”.

La soluzione per l’avvocato è quella di “istituire una banca pubblica che prende i soldi dalla Bce e li distribuisca a chi ha una visione imprenditoriale. Basta con la politica dei bonus, oggi dobbiamo imporre una classe bancaria dirigente che capisca la nuova classe imprenditoriale del paese”.

“Stiamo andando verso una società oligarchica e subito dopo c’è la dittatura, se vogliamo mantenere la democrazia dobbiamo fare una grande inversione culturale ed economica partendo dai giovani” conclude Samorì.

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